La Cina manda in rosso l’export di gennaio
Il crollo delle vendite verso la Cina, protagonista di una frenata del 46%, manda in rosso il bilancio dell’export extra-Ue a gennaio, che chiude in calo dell’1,2%. Il confronto è però anomalo, tenendo conto di un gennaio 2023 in cui l’export di farmaci anti-Covid dal sito Pfizer di Ascoli Piceno (milioni di confezioni a centinaia di euro l’una) aveva fatto decollare le medie, spingendo l’export extra-Ue della provincia in quel mese a 1,5 miliardi (dato poi superato a febbraio), da una media storica inferiore ai 100 milioni al mese.
In generale, ad esclusione del “fenomeno Ascoli Piceno”, si tratta in effetti di un mese per nulla negativo dal lato delle nostre vendite internazionali, con progressi del 14% verso gli Stati Uniti, di quasi 18 nel Medio Oriente, di 20 in Giappone.
Il mese presenta però una riduzione congiunturale rispetto al periodo precedente del 4,5%, determinata dalle minori vendite di beni intermedi e beni strumentali, condizionata dalle operazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) registrate a dicembre 2023; al netto di queste, si stima una riduzione meno ampia, pari a -1,7%. Su base annua, la flessione dell’export è in attenuazione ed è principalmente dovuta alle minori vendite di beni intermedi. La caduta tendenziale dell’export verso la Cina, come detto, è un effetto base derivante dal confronto con gennaio 2023, quando si registrò un aumento eccezionale dell’export di prodotti farmaceutici verso tale paese.
L’import si conferma in calo su base sia mensile sia annua. La flessione su base annua – quasi totalmente spiegata dalla riduzione degli acquisti di energia e beni intermedi – resta ampia e geograficamente diffusa.Il saldo commerciale con i paesi extra Ue27, a inizio 2024, è positivo per 2,9 miliardi (era -1,4 miliardi nel gennaio del 2023).
Tra le conferme, si ripropone ancora una volta un avanzo commerciale nei confronti della Russia (108 milioni), come spesso capitato nel corso del 2023. Anno in cui, per la prima volta nella storia, per effetto della cancellazione degli acquisti di gas, l’Italia ha potuto chiudere i conti con un saldo positivo nei confronti di Mosca.
A gennaio 2024 si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, una riduzione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-8,7%) rispetto alle esportazioni (-4,5%).La contrazione su base mensile dell’export è dovuta alle minori vendite di beni strumentali (-9,2%) e beni intermedi (-8,3%); aumentano, invece, le vendite di energia (+13,2%) e beni di consumo durevoli (+0,6%) e non durevoli (+1,4%). Dal lato dell’import, si rilevano riduzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti; le più ampie per energia (-12,8%) e beni di consumo durevoli (-11,9%) e non durevoli (-9,7%).Nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024, rispetto al precedente, l’export diminuisce del 2,1%; a eccezione di beni di consumo durevoli (+7,4%), la riduzione riguarda tutti i raggruppamenti ed è molto accentuata per energia (-21,8%). Nello stesso periodo, l’import registra una flessione del 7,1%, generalizzata e più ampia per energia (-14,1%).Su base annua, a gennaio 2024, l’export flette dell’1,2% (era -7,0% a dicembre 2023). La flessione è determinata dalla riduzione delle vendite di beni intermedi (-14,8%), in particolare, e di beni di consumo non durevoli (-1,4%). L’import registra una contrazione tendenziale del 19,4%, cui contribuisce la riduzione degli acquisti di tutti i raggruppamenti e, principalmente, di energia (-35,8%) e beni intermedi (-16,6%).
A gennaio 2024 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +2.889 milioni (-1.386 milioni nello stesso mese del 2023). Il deficit energetico (-4.410 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-7.488 milioni) e l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 6.102 milioni di gennaio 2023 a 7.299 milioni di gennaio 2024.
A gennaio 2024, si rileva una decisa contrazione su base annua dell’export verso la Cina (-46,2%). In netto aumento, invece, le vendite verso paesi ASEAN e paesi OPEC (per entrambi +26,4%), Giappone (+19,9%) e Stati Uniti (+14,4%).Tranne che da Stati Uniti (+24,5%) e Turchia (+16,2%), le importazioni da tutti i principali paesi partner extra Ue27 sono in calo su base annua. Le riduzioni tendenziali più marcate riguardano gli acquisti da Russia (-79,6%), paesi ASEAN (-27,9%), paesi OPEC (-21,8%), Cina (-21,6%) e paesi MERCOSUR (-20,0%).
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