Formula 1. Alain Prost sul caos in casa Alpine: “Avevo avvertito De Meo, ma lui è testardo e il risultato si è visto”
Alain Prost non corre, non fa il manager ma ogni tanto, fra esibizioni con le storiche a Dubai e qualche evento come Legend F.1, si presenta in pista: “Farò solo Bahrain, Monaco ovviamente e Abu Dhabi, poi il resto dei GP lo guardo in televisione se ho tempo” dice sorridente e abbronzato, sempre in perfetta forma a quasi 70 anni. Logico chiedergli un parere su quella che è diventata la Cenerentola della F.1, la Alpine, ex Renault, squadra per la quale ha corso e vinto GP e ha provato, a dirigente, a cavarci qualcosa di buono: “Guarda, tocchi un tasto dolente, mi spiace vedere la squadra allo sbando e vedere che c’è sempre gente che esce e mai che entra nel gruppo – dice dopo che il DT e il capo aerodinamica, Matt Harman e Dirk De Beer, si sono dimessi proprio nel week end del Bahrain – non puoi cambiare sempre o buttare fuori la gente se non hai dei rincalzi pronti a subentrare. Così non si combina niente”.
Essendo la base della gestione di un team, perché non hai affrontato questi discorsi col presidente Luca De Meo? “Veramente ne avevo parlato già più di due anni fa, poi abbiamo visto cosa è successo (l’arrivo di Laurent Rossi che prima ha scaricato Prost e poi è stato scaricato dallo stesso De Meo, ndr). Gli avevo detto come la pensavo, ma lui è un testardo, ha le sue idee in testa, e ci sta che uno le abbia, ma se poi il risultato è questo con l’avvicendarsi di dirigenti, tecnici e altro ancora, poi vedi come va la macchina, capisci che non funziona”.
Quale futuro allora per Alpine in F.1? “Quest’anno la vedo molto dura, difficile recuperare in poco tempo. Vedi la gente che è uscita o mandata via e mi chiedo: dove sono quelli nuovi che arrivano? Ci si dimentica che di gente capace in F.1 non ce ne è molta, fai fatica a trovarli e ci vuole tempo”. Il presidente De Meo ci era sembrato cosciente, tanto che aveva parlato di un progetto di almeno due o tre anni per completare il percorso intrapreso: “Sì, più o meno è quello il periodo necessario, ma dovresti partire oggi e al momento non vedo nessuno alla porta”. E quindi sei pronto a un rientro con responsabilità nel team? “Ciao, vado che sta per partire la gara, buona giornata. Ci vediamo a Monaco…”. Fine del discorso ma messaggio molto chiaro.
In collaborazione con Automoto.it
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