Basilicata, Renzi e Calenda con Forza Italia
Lo psicodramma non è finito con l’individuazione dell’ennesimo candidato. Una parte del Pd locale rimane fedele al primo che scese in campo, Angelo Chiorazzo, attivo nella cooperazione bianca e trait-d’union tra cattolici e piddini, accreditato di un solido potenziale di voti e preferenze ma ciò ininfluente per i 5stelle che hanno posto su di lui il veto mentre Carlo Calenda e forse pure Matteo Renzi erano pronti ad appoggiarlo. Una parte del Pd locale ha avversato la decisione di Elly Schlein di cedere al ricatto politico del M5s ma non è riuscita a modificare gli eventi, così dal cappello congiunto di Elly Schlein-Giuseppe Conte uscì Domenico Lacerenza, medico oculista di fama a cui sono bastate poche ore per decidere di non farsi inghiottire dal tritacarne delle polemiche e tornare in clinica, declinando l’intronazione: «Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito».
Tocca a Pietro Marrese scendere in campo per Pd e M5s
Così adesso tocca a Pietro Marrese, 43 anni, scendere in campo ed essendo lui un politico (presidente della Provincia di Matera, sindaco di Montalbano Jonico, comune di 7mila abitanti in provincia di Matera, dove è stato rieletto nel 2020 col 90% dei voti) ha subito sentenziato che la sfida lo affascina: «Ora è tempo di un nuovo impegno, dobbiamo proseguire insieme in questo nuovo percorso. Sono grato a chi ha creduto in me e a tutte le forze politiche che mi daranno il loro sostegno. Sono pronto ad affrontare le sfide, lavorando instancabilmente insieme a tutti per costruire un futuro migliore per la nostra meravigliosa Basilicata». Da oggi incomincerà il suo tour de force, tra comizi e strette di mano.
Calenda, il Pd svolta verso il populismo e la leadership di Conte
Ma sul suo nome è avvenuta una frattura che avrà conseguenze non solo regionali e c’è chi punta il dito sul parlamentare potentino ed ex ministro Roberto Speranza e sulla sua malferma regia di tutta questa vicenda. Comunque il Pd ha scelto il M5s, più Verdi-Sinistra, Psi e +Europa, lasciando fuori dalla porta Azione e ItaliaViva. Con Calenda e Renzi che hanno quindi deciso di appoggiare il candidato del centrodestra, il forzista Vito Bardi, presidente uscente della Regione. Una chiara scelta di campo da parte di Pd e M5s, che i due partitini abbandonati bollano come tradimento mentre i firmatari dell’accordo sostengono che non era possibile continuare a dialogare con chi ogni giorno lanciava polpette avvelenate sul tavolo della trattativa.
Che si tratti di una lacerazione profonda lo conferma Calenda: «Schlein, dopo la figuraccia del candidato ritirato, ha riconfermato l’adesione al veto dei 5Stelle sulla partecipazione di Azione alla nuova coalizione, confermando la definitiva svolta del Pd verso il campo populista e la leadership di Conte. La segretaria del Pd ha evitato qualsiasi interlocuzione da noi ricercata in questi giorni più e più volte. Spiace vedere la distruzione di quello che una volta era un grande partito riformista ridotto a ruota di scorta dei 5Stelle. Buon viaggio». Ribatte Igor Taruffi, responsabile organizzazione del Pd: «Noi abbiamo sempre lavorato in modo ostinato per tenere insieme le forze del centrosinistra. Con qualche fatica e qualche inciampo, ci siamo arrivati, pur se qualcuno si è autoescluso. Su Marrese c’è una convergenza ampia e sono le forze che già lo hanno eletto presidente della Provincia di Matera».
Tajani: accogliamo con favore la scelta di Iv e Azione di sostenere Bardi e forse Cirio in Piemonte
Adesso Marrese cercherà di coprirsi al centro con qualche lista civica ma rimangono le rovine in quello che doveva essere lo schleiniano campo largo. Affonda il dito nella piaga Antonio Tajani, che è riuscito a difendere la ricandidatura di Bardi dalle mire di Fdi e Lega: «Se Azione e Iv decidono di sostenere Bardi (e Cirio in Piemonte) è una scelta che accogliamo con favore». Aggiunge Maurizio Gasparri (presidente di Fi): Al campo rotto della sinistra noi contrapponiamo una sana unità del centrodestra, che anche in Basilicata vuole essere un campo coeso, vuole vincere e governare bene questa regione». Non è da meno Matteo Renzi: «La nuova leadership Dem non fa le primarie e non punta ai voti ma ai veti: auguri, va bene così». La risposta arriva da Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato: «Le vicende comunali e regionali sono sempre condizionate da accordi locali e storie diverse. Il Pd è il primo partito della coalizione e ha la responsabilità di agire sempre per l’unità. Chi è contro l’unità del centrosinistra ne risponderà davanti agli elettori nelle prossime elezioni europee».
Bardi potrà quindi contare sul centrodestra con l’aggiunta di Azione e Iv. Ha 74 anni, è stato vicecomandante generale della Guardia di Finanza. Fu Silvio Berlusconi a convincerlo a candidarsi e divenne il primo presidente di centrodestra della Basilicata, fino al 2019 governata dapprima dalla Dc poi dal centrosinistra. Dice: «La nostra gente non merita di essere associata a questi spettacoli indegni. Mentre loro litigano per le poltrone, bruciano candidati nel tentativo di rimettere le mani sul potere, noi andiamo avanti con la forza delle azioni, con le idee giuste e con l’unità e la serenità di chi sa come si governa. No a salti nel buio, sì a serietà e concretezza».
Marcello Pittella (Azione ed ex presidente Pd della Basilicata) tra gli sponsor di Bardi
Tra i suoi sponsor c’è Marcello Pittella, ex presidente Pd della Regione, ora in Azione: «Abbiamo preso atto della volontà del Pd e del M5s di tenerci fuori dalla coalizione, incuranti anche del fatto che il nostro partito qui ottenne il 12,2% alle elezioni politiche. È evidente che l’obiettivo di questi partiti è anzitutto quello di ridefinire gli assetti dell’opposizione nazionale piuttosto che lavorare per il buon governo della regione. Con Bardi abbiamo condiviso elementi del suo programma sui quali costruire un’intesa». Non comunicanti a Roma, Azione e Iv si ritrovano insieme in Basilicata. «Siamo convinti del sostegno a Bardi», dice la senatrice Raffaella Paita (Iv), «un candidato civico, moderato, centrista, che rientra quindi nella categoria delle candidature per le quali ci spendiamo».
La Basilicata ha poco più di mezzo milione di abitanti. Le urne rimarranno aperte il 21 e 22 aprile. Le liste dovranno essere depositate entro il prossimo venerdì. I candidati dovrebbero essere quattro. Oltre a Bardi e Marrese vi sarà il giornalista Eustachio Follia a capo della lista Volt e Chiorazzo, che «scartato» da Pd-M5s si presenterà con la civica Basilicata casa comune: «Ho dialogato con i leader nazionali dei due principali partiti del centrosinistra ma non ho capito le ragioni del veto personale, soprattutto perché accompagnato da una richiesta di restare in campo. Ho ritenuto che il tema dell’unità del centrosinistra avesse un valore maggiore rispetto al mio destino personale e mi sono detto disponibile a fare un passo di lato. Ma quanto è poi successo mi induce alla candidatura. Vogliamo rimettere in gioco tutta quella energia e quell’entusiasmo che avevano attraversato la Basilicata e hanno lasciato spazio alla frustrazione».
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