giulia cecchettin elena cecchettin
L’intervista di Elena Cecchettin ha spiazzato l’opinione pubblica. A poche ore dal ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin – scomparsa insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta che l’avrebbe probabilmente uccisa a seguito di un litigio – la sorella Elena Cecchettin si è sfogata davanti alle telecamere Mediaset di Dritto e Rovescio.
Ma a differenza delle interviste rilasciate nei giorni scorsi, questa volta il tenore delle parole di Elena Cecchettin è stato totalmente diverso. Niente lacrime, niente apparente disperazione. Forse ci aspettavamo una ragazza disperata. Forse avremmo voluto vedere la sofferenza per immedesimarci in una vicenda terribile alimentando quel bisogno perverso di conoscere tutti i dettagli morbosi di omicidi che diventano casi mediatici. Invece no.
Elena Cecchettin e il minuto di rumore per Giulia Cecchettin
Oltre 2mila studenti si sono radunati nel cortile del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (Dei) di via Gradenigo dell’Università di Padova per ricordare Giulia Cecchettin. Nel giorno in cui l’Università patavina aveva annunciato un minuto di silenzio all’inizio di ogni lezione per ricordare Giulia, che qui si sarebbe laureata a breve, gli studenti nel video chiedono un minuto di “rumore”, riprendendo le parole della sorella Elena “Non resteremo in silenzio, ma distruggeremo tutto”. E il rumore esce forte da chiavi, borracce, fischi e tantissimi applausi.
Elena Cecchettin invoca alla ‘rivoluzione’: “Per Giulia bruciate tutto”
Elena Cecchettin non si è fatta divorare dalla telecamera, anzi ne ha preso possesso in un momento in cui chiunque stesse seguendo – o addirittura conducendo la trasmissione – l’avrebbe fatta parlare senza permettersi di interromperla per il rispetto che il suo personaggio rappresentava in quel preciso istante. E così è stato.
“Bisogna prevedere l’educazione sessuale e l’educazione affettiva in modo tale da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persona devono chiedere aiuto possano essere in grado di farlo. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.”
“Filippo Turetta non è un mostro, è il figlio della società”
Lei, giovanissima. Felpone nero e capelli raccolti, ha puntato gli occhi fissi in camera e ha spiazzato tutti con discorso carico di sofferenza, ma in primis carico di realtà e concretezza. Ne abbiamo viste tante di persone soffrire a causa di un femminicidio. Abbiamo visto genitori distrutti, fratelli, amici che non si danno pace chiedendosi se avessero potuto fare qualcosa di più. Elena ha portato la sofferenza per la perdita di una sorella alla realtà di una società che sostanzialmente non si impegna abbastanza per affrontare il problema del femminicidio.
“Vorrei lanciare un messaggio e spero possa essere udito da più persone possibili. Hanno additato Filippo Turetta come un mostro, ma lui non è un mostro. Il mostro è un’eccezione. Lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro.”
Elena Cecchettin: “Il femminicidio è un delitto di Stato che non ci protegge”
“Siate ostili a questi comportamenti che possono sembrare banalità ma sono il preludio del femminicidio. Il femminicidio non è un delitto passionale, il femminicidio è un delitto di potere. Il femminicidio è un delitto di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge.”
Caso Cecchettin: Lega, Valdegamberi non iscritto al partito
“Stefano Valdegamberi non è iscritto alla Lega e non è mai stato un militante della Lega”. Lo fa sapere il partito di via Bellerio a proposito del caso sollevato dal post del consigliere regionale del Veneto, Stefano Valdegamberi, a commento delle parole in tv di ieri sera di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la 22enne di Vigonovo (Venezia) uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
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