Il premier Attal sorprende la Francia e nomina ministro il suo compagno. Nel nuovo governo anche Rachida Dati
Squadra ristretta, più che dimezzata, governo più agile, molto macroniano, con poche donne, le conferme dei big come Le Maire all’Economia o Darmanin agli Interni, ma soprattutto due grosse sorprese: nel nuovo esecutivo francese guidato dal 34enne Gabriel Attal entrano, alla Cultura, Rachida Dati, già popolare ministra di Nicolas Sarkozy e, agli Esteri, Stéphane Séjourné fedelissimo del presidente e compagno (forse ex?) del primo ministro. Per rilanciare la seconda parte del suo mandato all’Eliseo, Macron ha chiesto a Attal di sparigliare le carte e seguire una linea politica che ha riassunto ieri su twitter con due parole: «superamento» (di sé, degli steccati ideologici, delle scelte prevedibili) e «audacia». Il nuovo audace governo dovrà per prima cosa traghettare la maggioranza verso le Europee, che annunciano l’ennesimo choc frontale con l’estrema destra di Marine Le Pen e dimostrare ai francesi che con Macron non ci si annoia mai.
Gabriel Attal è il nuovo premier francese, il passaggio di consegne con l’uscente Elisabeth Borne
La notizia del ritorno al governo di Rachida Dati – da quasi sedici anni sindaca del borghese settimo arrondissement di Parigi – ha cominciato a circolare ben prima dell’annuncio ufficiale fatto sul sagrato dell’Eliseo dal segretario generale del Palazzo Alexis Kohler. La diretta interessata non ha nemmeno aspettato la lista ufficiale in diretta tv per confermare le voci e annunciare ai suoi il ritorno al governo. Avrebbe voluto restare nel suo partito, i Républicains – partito di opposizione ma pronto ad alleanze variabili con il governo privo di maggioranza assoluta – ma niente da fare: è stata subito espulsa. Pazienza, Dati non ha comunque esitato. Attal l’ha voluta nella sua squadra nonostante sia indagata per traffico di influenze: la giustizia dovrà pronunciarsi a breve su un eventuale rinvio a giudizio per l’inchiesta su 900mila euro di onorari ricevuti da Renault-Nissan per la sua attività di avvocato, guadagnati tra il 2010 e il 2012, quando era anche deputata europea. Il sospetto è che si sia trattato di attività di lobbying, cosa che lei ha sempre negato. Per Macron è l’ennesima conquista a destra, dopo aver ormai esaurito le possibilità di espansione nel campo della gauche socialista, ultra minoritaria nella sinistra parlamentare francese ormai a trazione radicale con Jean-Luc Mélenchon. Lo stesso Attal – pure «nato» socialista – non ha mai nascosto l’ammirazione per Nicolas Sarkozy – con cui è andato a pranzo proprio pochi giorni fa. Prima donna ad occupare il posto di ministra della Giustizia tra il 2007 e il 2009, Dati è poi diventata la nemica pubblica numero uno della sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che ha subito commentato la nomina di Dati con un ironico: «coraggio al mondo della Cultura francese, ne avrà bisogno».
LA MOSSA
Altra mossa «audace», la nomina di Stéphane Séjourné agli Esteri, al fianco di Macron fin dalla primissima ora, a capo del partito Renaissance e presidente del gruppo liberal Renew al Parlamento Europeo. E fatto non secondario, compagno del premier Attal. Si sono incontrati nel 2015 e nel 2016 hanno convolato con Il Pacs, il matrimonio light delle unioni civili. Da allora sono rimasti più che discreti sulla loro relazione. In un’intervista recente, Attal ha raccontato in diretta tv di essere stato bullizzato a scuola (dal noto avvocato anarcoide Jaun Branco, suo compagno alle Medie e al Liceo) in quanto omosessuale, e di aver detto al padre sul letto di morte nel 2015 «di essersi innamorato di un ragazzo».
In questi giorni i giornali hanno riportato con insistenza voci di una loro ormai avvenuta separazione. Nessuna conferma o smentita dai due, che dopo il coming out hanno imboccato risolutamente la via della discrezione assoluta sulla privacy. Quali che siano i rapporti tra premier e ministro degli Esteri, l’arrivo del 38 enne Séjourné al Quai d’Orsay – in sostituzione della diplomatica Catherine Colonna – porta un sorprendente svecchiamento (è di gran lunga il ministro più giovane a questo posto). Altra sorpresa: la ministra dello Sport Amélie Oudéa Castera è confermata ed eredita addirittura anche il dicastero dell’Educazione nazionale: un lavoro monstre, viste anche le Olimpiadi di Parigi 2024. «Vergogna» hanno commentato in coro quasi subito i sindacati degli insegnanti. Ieri subito in tv il nuovo premier: al tg delle 20 Attal ha assicurato «azione, azione, azione» ai francesi e promesso «nuovi annunci nei prossimi giorni».
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