Ceramiche, metalli, tessuti. Dal bis si passa al tris: tre i percorsi museali
Non uno, ma due nuovi percorsi museali – dedicati ai metalli e ai tessuti preziosi – sono stati inaugurati ieri nell’ala espositiva del liceo artistico Mengaroni. Pesaro, da ieri, può contare nella sua offerta culturale un trittico museale di arti applicate di grande valore, tanto storico quanto estetico. “L’esposizione museale del Mame (Metalli Artistici Mengaroni) e del Tame (Tessuti Artistici Mengaroni) – ha detto la preside Serena Perugini ad un pubblico di autorità civili, artisti, esperti del settore, studenti e docenti – andranno ad incrementare il già esistente Museo Came (Ceramiche Artistiche Mengaroni), realizzato con il contributo della Fondazione Scavolini tra il 2018 e il 2019. Con orgoglio di tutti i soggetti coinvolti apriamo alla visita degli amanti d’arte l’importante collezione di manufatti elaborati nel corso di 70 anni di attività didattica e laboratoriale sperimentata nelle varie sezioni della scuola”.
Il taglio del nastro del Mame e del Tame è avvenuto subito dopo una conferenza illustrativa del patrimonio esposto tenutasi a Palazzo Antaldi, ieri, alle ore 16. “Il trittico museale è costruito come una galleria d’arte e dislocato lungo i due corridoi centrali e gli atrii del plesso Perticari – ha spiegato Perugini –. Da ieri ospita per la sezione Metalli tre aree dedicate agli scultori Giò Pomodoro, Franco Bucci, Loreno Sguanci, Giovanni Gentiletti e Eliseo Mattiacci nella prima; ai maestri Claudio Mariani, Aldo Iacomucci, Romano Casabianca, Adriano Perlini, Armando Fiorentini, Vladimiro Vannini nella seconda e, nell’ultima riguardante i Talenti, opere degli ex studenti in attività dal 1960 ad oggi”. Tra i protagonisti del contemporaneo, vicini alla scuola la preside ha ringraziato Stefano Basili, Maurizio Mazzoli; Romano Casabianca, Alberto Mariani i quali hanno collaborato nel restauro, nella riproduzione, nella sistemazione delle opere e nella ricerca storica.
“Nel secondo corridoio – ha spiegato Perugini – sono esposti i lavori della sezione tessitura che nel corso della prima metà degli anni ‘80 raggiungeva il suo massimo sviluppo, sperimentando nuovi materiali che si affiancavano a quelli tradizionali e producendo manufatti che ancora oggi sono attuali e ripresi dai più importanti stilisti di moda”. L’allestimento è stato curato da Loretta Baiocchi, dagli architetti Achille Paianini e Clara Tarca; quello di Tessitura da Mary Paolucci, dall’architetto Paianini con la prof Loredana Bastianelli e di esperti esterni. “Concepire un simile museo – ha concluso la preside – ha fatto riemergere dagli impolverati archivi un potente passato oggi restituito alla città, non solo come oggetto di valore ma anche a dimostrazione di quanto la scuola possa rappresentare uno spazio di scambio culturale”.
Solidea Vitali Rosati
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