Africa: ondata di caldo senza precedenti

28/03/2024

In Africa l’ondata di caldo dello scorso mese è stata aggravata dall’attuale crisi climatica, con ripercussioni sulle vite umane e sul mercato.

africa: ondata di caldo senza precedenti

Photo by Nambasi – Pixabay

Un nuovo studio condotto dagli scienziati di World Weather Attribution dimostra come in Africa occidentale – anche detta zona della Guinea – sia stato registrato un caldo anomalo; l’ondata di caldo umido dello scorso febbraio è stata aggravata dalle temperature mondiali sempre più alte, mettendo ecosistemi e vite umane a rischio:

La combinazione di temperature elevate e aria relativamente umida ha portato a valori medi dell’indice di calore dell’area di circa 50°C, che è classificato come nel livello di “pericolo” associato ad un alto rischio di crampi da calore e colpo di calore.

Sottolineano gli studiosi, i quali hanno dimostrato come tale ondata di caldo si sarebbe verificata meno di una volta ogni cento anni, senza cambiamenti climatici.

In un mondo che però vive l’attuale crisi climatica, tale devastante evento si verifica una volta ogni dieci anni e la frequenza potrebbe peggiorare. Il monito dei ricercatori è chiaro: senza azioni concrete per limitare le emissioni e regolarizzare la temperatura mondiale, tali ondate di caldo si verificheranno ogni due anni.

Il caldo anomalo in Africa occidentale

Photo by AndreasGoellner – Pixabay

Stando a quanto riporta il recente studio sopracitato, l’ondata di caldo del mese di febbraio in Africa occidentale ha causato danni alle persone e all’ambiente, con ripercussioni su ogni aspetto della vita umana. Nello specifico, lo studio si è concentrato sull’Africa meridionale occidentale – regione in cui sono state registrate le temperature più alte .

Il caldo anomalo è stato di 4°C maggiore al “normale” a causa del riscaldamento globale; paesi quali Nigeria, Benin, Togo, Ghana, Costa d’Avorio, Liberia e Sierra Leone sono stati avvolti dal caldo anomalo che ha raggiunto picchi estremi tra l’11 e il 15 febbraio: le temperature registrate hanno superato i 40°C e la media generale è stata di 36°C.

Temperature tanto elevate, umidità e mancanza di pioggia hanno avuto ripercussioni anche sull’agricoltura: l’Africa occidentale rappresenta infatti il maggiore esportatore mondiale di cacao e nel corso degli ultimi anni i prezzi sono aumentati, proprio a causa della crisi climatica.

Prezzi che sono destinati ad aumentare ancora a causa degli ingenti danni che le piogge di dicembre e poi il recente caldo estremo hanno causato agli alberi. Basti pensare che rispetto al 2020 il prezzo delle fave di cacao è triplicato e ora, rischia di sfiorare gli 8.000 dollari a tonnellata.

Il riscaldamento è globale, e anche “ingiusto”

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Se alcune parti del mondo soffrono particolarmente le conseguenze della crisi climatica, il riscaldamento globale è diffuso in tutto il globo. Lo scorso mese è stato infatti uno dei più caldi mai registrati non solo in Africa, ma a livello globale.

Ancora una volta però, a “pagare” le maggiori conseguenze degli errori umani sono soprattutto i paesi in via di sviluppo: basti pensare che, stando alle stime dell’ONU, il costo dell’adattamento alla crisi climatica per i paesi in via di sviluppo va dai 215 e 387 miliardi di dollari, cifre irraggiungibili per gran parte di essi.

Agire per contrastare la crisi climatica oltre che essenziale per ogni forma di vita sulla terra dovrebbe anche essere una priorità per evitare di evidenziare ancora di più le ingiustizie del mondo e far subire a chi ha meno i danni causati da chi ha più.