“Il ministero può alzare i limiti decisi dal Comune”
Professor Carullo, il ministero può modificare il limite dei 30 chilometri orari deciso dal Comune?
“Certamente. Però lo può fare – spiega Antonio Carullo, ordinario di Diritto amministrativo all’Alma Mater – solo se il provvedimento del Comune è contrario alla direttiva ministeriale 777 del 2006 che fissa i requisiti per abbassare il limite dei 50 orari nelle strade urbane. La Città 30 a Bologna è nata nel 2019 sulla base dell’interpretazione data dal Comune a una precedente direttiva del ministero, risalente al ’95, che è però stata superata da quella del 2006”.
In concreto cosa accadrebbe?
“In concreto il ministero può verificare, strada per strada, se l’ordinanza firmata dal dirigente comunale rispetta la sua direttiva. In caso negativo, può modificarla in base all’articolo 142 del codice della strada: in quella strada il limite dei 30 orari sarà annullato e torneranno i 50”.
Il provvedimento sarebbe immediatamente esecutivo?
“Sì, anche se è il Comune il proprietario della strada, in questo caso l’atto del ministero avrebbe efficacia immediata. Ovviamente a patto che l’ordinanza comunale non rispetti i paletti fissati dalla direttiva del governo per abbassare il limite, cioè assenza di marciapiedi, flusso intenso di pedoni, restringimenti anomali, frequenza di accessi e uscite da scuole o fabbriche, eccetera”.
Quindi il limite a 30 orari, sulla strada in questione, diventerebbe illegittimo?
“Esatto. E le multe già inflitte dovrebbero essere annullate dal Comune. In caso contrario, i multati potrebbero ricorrere al prefetto o al giudice di pace”.
Il Comune come può opporsi al ministero?
“Può impugnare l’atto davanti al Tar del Lazio, sostenendo la correttezza del suo provvedimento. Dovrebbe spiegare di aver valutato, caso per caso, strada per strada, se c’erano i presupposti per il limite ai 30. E dovrebbe anche dimostrare di aver svolto un’apposita istruttoria preliminare”.
Quindi all’orizzonte, in caso di intervento diretto del governo, si profilerebbe uno scontro davanti ai giudici amministrativi. Con quali tempi per una decisione?
“Tempi brevi. Ormai per le decisioni, cautelari ma anche di merito, bastano poche settimane. Questo vale sia per il Tar che per il Consiglio di Stato”.
Anche i singoli cittadini possono opporsi?
“I cittadini e le associazioni come l’Aci possono certamente affiancare il ministero, ad adiuvandum, in un eventuale processo al Tar. Se invece il cittadino volesse agire da solo, allora sarebbe il singolo multato a dover chiedere l’annullamento della sanzione al prefetto o al giudice di pace, sollevando l’illegittimità del provvedimento del Comune sempre per gli stessi motivi che abbiamo detto prima”.
Gilberto Dondi
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