Cento delegazioni in Svizzera per l'Ucraina: verso un piano da proporre a Mosca
Volodymyr Zelensky e Viola Amherd, presidenti di Ucraina e Svizzera nel lussuoso resort di Burgenstock in Ucraina, vicino a Lucerna, il 15 giugno 2024
Quasi cento delegazioni internazionali accorse al lussuoso resort di Bürgenstock, vicino a Lucerna, nella Svizzera tedesca, dove si tiene oggi la prima assemblea plenaria della Conferenza di pace per l'Ucraina, fortemente voluta dal presidente Volodymyr Zelensky, che ha fissato un punto di partenza con un post di oggi sui social: “Insieme, stiamo facendo il primo passo verso una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sui principi fondamentali del diritto internazionale. Credo che in questo vertice si stia facendo la storia”.
Nonostante venga definita esplicitamente “Conferenza di pace”, nessuno si attende una soluzione al conflitto in corso, in primo luogo perché non ci sarà una delegazione della Russia, che non è stata invitata dopo aver definito più volte “faziosa” l'iniziativa e il paese ospitante "apertamente ostile".
"Se vogliamo incoraggiare un processo verso la pace, anche la Russia deve essere inclusa in futuro. Questo è chiaro a tutti", ha detto la presidente elvetica Viola Amherd, sottolineando che la comunità internazionale può "preparare il terreno per negoziati diretti tra le parti in conflitto. "Ecco perché siamo qui".
Il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha affermato che il summit permetterà di affinare la “formula di pace” avanzata orma un anno fa da Kiev, fondata su “indipendenza, sovranità e integrità territoriale". Ha aggiunto Yermak: “Stiamo valutando la possibilità, una volta che si arriverà ad un piano congiunto, di presentarlo ai rappresentanti della Russia e pensiamo che questo possa accadere al secondo vertice per la pace”.
Di tutt'altro segno le parole di ieri del presidente russo Vladimir Putin, che ha offerto di chiudere le ostilità se Kiev accettasse di cedere interamente a Mosca cinque delle sue regioni, compresi territori finora non conquistati militarmente, e si impegnasse a non entrare nella Nato. "Ciò di cui abbiamo bisogno non è una pace imposta, ma una pace giusta ed equa che tenga conto dell'integrità e della sovranità dell'Ucraina", ha replicato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in un'intervista televisiva.
Non c'è il presidente Usa Joe Biden, in volo verso la madrepatria al termine del G7 italiano, ma la Casa Bianca viene rappresentata dalla sua vice, Kamala Harris, che ha annunciato 1,5 miliardi di dollari in nuovi aiuti umanitari e per la ricostruzione del settore energetico. Ci sono invece gli altri 6 capi di stato e di governo provenienti dal vertice in Puglia: Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Giorgia Meloni, Fumio Kishida, Justin Trudeau e Rishi Sunak.
Nonostante il grande sforzo per coinvolgere le cancellerie del sud globale, tra i nove paesi ammessi alle riunioni dei Brics+ è presente solo l'Arabia Saudita, che secondo alcune fonti sarebbe sede di una futura seconda Conferenza di Pace, alla quale potrebbe partecipare Mosca.
C'è invece il capo di Stato argentino Javier Milei, così come le rappresentanze di Colombia, Cile, Ecuador, Kenya, Costa d'Avorio. Oltre alla Russia, l'assenza più vistosa è quella della Cina, che, fedele alla sua allenza con Mosca, non ha ceduto alle pressioni esercitate soprattutto dal presidente francese Emmanuel Macron.
Tra i temi sul tavolo: la sicurezza nucleare, la libertà di navigazione nel Mar Nero, la sicurezza alimentare, gli aspetti umanitari, in particolare la sorte dei bambini ucraini deportati in Russia.