Deloitte NextHub, si parte: i primi 200 dipendenti in Fiera. Assunti in 1.200, altri mille entro il 2025. “Bari terzo polo in Italia”
Deloitte NextHub, si parte: i primi 200 dipendenti nel centro hi-tech della Fiera. “Bari terzo polo in Italia”_Nuova sede Deloitte Bari_render ingresso
Si parte. Il Deloitte NextHub apre le porte ai primi 200 professionisti, che da oggi avranno il loro ufficio vista mare nell’ala Ovest della Fiera del Levante: l’ex Eataly, per intenderci. La multinazionale della consulenza – una delle Big Four che si spartiscono il mercato mondiale – comincia dunque ad accogliere i neodipendenti in quello che, secondo i piani della società, sarà uno dei suoi poli hi-tech nel Mediterraneo. E che, insieme con gli altri uffici sparsi in città – due sono in corso Vittorio Emanuele, uno nella vecchia stazione di Torre a Mare e un altro da Immolad (società immobiliare del gruppo Ladisa), nella zona industriale – faranno di Bari il terzo polo italiano del network Deloitte. Dopo Milano e Roma.
Oggi, al primo piano dell’ex Eataly, si apre la prima parte degli oltre novemila metri quadrati del NextHub. Che nel complesso, come da progetto, conterà su circa 1.200 postazioni di lavoro e potrà accogliere oltre duemila persone nelle differenti modalità di lavoro (scrivanie, sale smart, sale meeting: è previsto pure un auditorium). Un gioiello per il quale la multinazionale ha messo a terra, come si dice in questi casi, un investimento da 43,8 milioni di euro, sostenuto da un contratto di programma di Regione e Puglia Sviluppo che vale 17,2 milioni.
«Cominceremo a fare entrare tutti i professionisti assunti seguendo un ordine alfabetico, in modo da consentire a tutti di conoscere la nuova strutturaР’В», spiega Michele Sabatini, managing partner e P&P Leader di Deloitte NextHub. Tra una settimana, invece, i professionisti potranno accedere prenotando la propria postazione. L’azienda ha reclutato oltre 1.200 persone (specialisti dell’Ict e non solo), chiamati ad affiancare le imprese clienti nella transizione digitale.
Stando ai piani di Deloitte Central Mediterranean – che copre Italia, Grecia e Malta – da queste parti saranno assunte altre mille persone entro 2025. Per un totale di 2mila 500 professionisti, considerato il NexHub e gli altri uffici della città. «Intanto a ottobre poteremo in Fiera altri 300 collaboratori, sempre al primo piano della struttura. Mentre il pianto terra – anticipa Sabatini – sarà completato tra la fine dell’anno e gennaio 2025».
Di certo c’è che la multinazionale sbarcata a Bari una ventina di anni fa continuerà a ingaggiare altri lavoratori, con contratti a tempo indeterminato o con la formula dell’apprendistato sulla base dell’esperienza professionale. Deloitte guarda soprattutto ai laureati nelle discipline Stem, dunque quelle tecnico-scientifiche. «Abbiamo ottimi rapporti con le università pugliesi e abbiamo sempre riscontrato una qualità molto alta della formazione. Tanto che – continua ancora il manager – non abbiamo mai avuto problemi nell’introdurli nei nostri programmi di formazione».
Le relazioni con gli atenei della regione – pubblici e privati – sono strutturate. Non a caso Deloitte ha in piedi cinque progetti di ricerca con UniBa, il Politecnico e la Lum. Cinque progetti per altrettanti ambiti: business matching; food e agritech: healthcare e biontech; infrastrutture e cybersecurity.
Insomma, la strategia è chiara. Deloitte punta sulla Puglia per «la qualità del capitale umano e delle sue università». E lo fa nell’ambito di un disegno più ampio. Si chiama Impact for Italy, ed è il progetto a lungo termine lanciato da Fabio Pompei, ceo di Deloitte Central Mediterranean, con il quale la multinazionale vuole porsi come un riferimento in Italia per istituzioni e aziende. Per affrontare insieme le sfide che l’innovazione e lo sviluppo tecnologico mettono davanti. E Bari, sullo scacchiere di Deloitte, è una pedina importante.