Un esponente del Pd per rifare il Centro?
Un esponente del Pd per rifare il Centro?
Che il Centro sia sempre più indispensabile per vincere le elezioni nel nostro paese è fuor di dubbio. Come, e specularmente, è sempre più necessario che le rispettive coalizioni in competizione si caratterizzino per declinare una vera e credibile “politica di centro” nella concreta azione di governo.
Detto questo, è curiosa la tesi che sta prendendo il largo nella sinistra. Ossia, preso atto che senza un partito o una aggregazione di centro difficilmente si compete con l’alleanza di centro destra, è curioso che nella sinistra si pensa di costruire a tavolino questa nuova e rinnovata presenza centrista. Spero che le indiscrezioni abbondantemente pubblicate su molti organi d’informazione siano delle autentiche bufale perchè se dovessero rispondere al vero sarebbero semplicemente grottesche per non dire ridicole. Se il futuro ‘federatore’ di una potenziale area centrista è un esponente del Pd - dal sindaco di Milano Sala a quello di Bergamo e neo eurodeputato Gori, dal cattolico adulto ed eurodeputato del Pd Tarquinio o a qualche satellite di Demos - beh, più che di un agglomerato centrista dovremmo parlare della vecchia prassi dei “partiti contadini” che le dittature comuniste mettevano in campo per confermare la natura plurale di quei paesi. In questo caso, della coalizione di sinistra. Ma, al di là di questo escamotage più goliardico che politico, credo che almeno su due aspetti occorre essere chiari quando si parla del Centro. Anche nel rapporto con la sinistra radicale della Schlein, della sinistra estremista del duo Fratoianni/Bonelli e della sinistra populista e demagogica dei 5 stelle.
E cioè, un Centro può - e adesso deve, almeno a mio parere - esserci nella misura in cui è espressione ed interprete di una cultura, di una prassi, di una tradizione e, soprattutto, di una ‘politica di centro’. Nulla a che vedere, quindi, con quegli esponenti che sono storicamente e, legittimamente, riconducibili al campo della sinistra ex e post comunista. Perchè un Centro è anche credibile se rappresenta segmenti sociali, interessi politici e spezzoni della società che non sono sovrapponibili a quelli della sinistra, seppur considerata nelle sue multiformi espressioni.
In secondo luogo è francamente stucchevole parlare di una nuova e rinnovata Margherita. Anche perchè, per fare un solo esempio concreto ma forse il più eclatante, la Margherita di Francesco Rutelli e di Franco Marini è nata in concorrenza e in alternativa con il principale partito della sinistra dell’epoca, i Ds. Anche se poi alleati nella medesima coalizione. Ma dopo la nascita del Pd, e la fusione di Ds e Margherita nello stesso partito, riproporre oggi la Margherita sarebbe oltrechè impossibile anche intellettualmente disonesto. E questo per ragioni squisitamente politiche e non di carattere personale.
Ecco perchè, oggi, quando si parla di ridare voce e fiato ad un partito e ad una formazione di centro nel campo della sinistra - nel centro destra l’operazione è già in corso per l’identità e il progetto politico di Forza Italia che si pone come un autentico partito di centro, plurale e di governo - non si può individuarlo come una banale ed insignificante succursale della sinistra. Perchè se così fosse si tratterebbe, molto semplicemente, di una ennesima versione di rosso nella coalizione di sinistra. Per nulla originale e anche un po’ patetica.