Bambino di 6 anni sospeso perché iperattivo, la scuola deve risarcirlo. Il preside insiste: «Rifarei tutto da capo»
Bambino di 6 anni sospeso perché iperattivo, la scuola deve risarcirlo. Il preside insiste: «Rifarei tutto da capo»
La scuola ha deciso di sospendere un bambino di 6 anni perché iperattivo e «troppo vivace in classe». Il caso è avvenuto questo inverno a Ladispoli e ha sconvolto non solo la comunità locale, ma anche il resto del Paese. E, quattro mesi dopo l'accaduto, alla fine dell'anno scolastico il Tar ha preso una decisione: la scuola dovrà risarcirlo.
La sentenza
La notizia è stata pubblicata oggi, sabato 15 giugno, sul Messaggero. Al bambino l'iperattività era costata una sospensione dalla scuola Corrado Melone dal 28 febbraio al 21 marzo. Il piccolo, poi, era stato reintegrato prima del tempo dopo la bufera mediatica e le denunce in Tribunale da parte dei genitori, che avevano chiesto l'annullamento del provvedimento.
«I giudici hanno condannato la scuola al pagamento delle spese legali sulla base del principio della soccombenza virtuale - ha spiegato l'avvocato della famiglia del bimbo Daniele Leppe - In un primo tempo il preside aveva puntato sull'espulsione dell'alunno sostenendo una mancata educazione da parte della famiglia o comunque per il comportamento in classe, poi dai documenti in tribunale abbiamo appreso che in realtà la sospensione era stata decisa per sollecitare le istituzioni a aumentare le ore necessarie di sostegno. Ha quindi annullato le ragioni del precedente provvedimento smentendone il contenuto - sottolinea il legale - per questo il Tar ha condannato la scuola a pagare le spese legali a favore della famiglia. L'importo complessivo è di circa tremila euro».
Le parole del preside
Dopo la decsione del Tar, il preside della scuola Riccardo Agresti ha espresso la sua opinione al riguardo, difendendo le proprie ragioni: «Rifarei tutto daccapo perché il bambino, dopo quel clamore mediatico, ha ottenuto 40 ore settimanali di copertura anziché 1. Segno di una carenza sia dei servizi sociali in comune che del mondo appartenente alla scuola».