Monsignor Carlo Maria Viganò, accusato di scisma, attacca a testa bassa Papa Francesco: “È un eretico”
Monsignor Carlo Maria Viganò, accusato di scisma, torna ad attaccare Papa Francesco. E lo fa con una lunga nota in cui torna a chiedere le dimissioni del Pontefice: «Per separarmi dalla comunione ecclesiale con Jorge Mario Bergoglio, dovrei essere stato prima in comunione con lui, cosa che non è possibile» – foto | video
Monsignor Viganò accusato di scisma. Lui: “Nessun cattolico può essere in comunione con questa Chiesa” – guarda
IL CASO - L’arcivescovo dovrà affrontare un processo penale extragiudiziale per l’accusa di scisma rivoltagli dal dicastero per la Dottrina della Fede. Più volte Viganò ha criticato l’operato di Papa Francesco, tanto da arrivare a chiederne le dimissioni. E ora rilancia: «Ho deciso di rendere pubblica questa mia dichiarazione, alla quale unisco una denuncia dei miei accusatori, del loro “concilio” e del loro “papa”. Prego i Santi Apostoli Pietro e Paolo, che hanno consacrato la terra dell’Alma Urbe con il proprio sangue, di intercedere presso il trono della Maestà divina, affinché ottengano alla Santa Chiesa di essere finalmente liberata dall’assedio che la eclissa e dagli usurpatori che la umiliano, facendo della Domina gentium la serva del piano anticristico del Nuovo Ordine Mondiale».
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UN ERETICO - Parole durissime, sulle quali l’ex nunzio negli Usa precisa: «La mia non è una difesa personale, ma della Santa Chiesa di Cristo, nella quale sono stato costituito Vescovo e Successore degli Apostoli, con il preciso mandato di custodire il Deposito della Fede e di predicare la Parola, insistere opportune importune, riprendere, rimproverare, esortare con ogni pazienza e dottrina. Respingo con forza l’accusa di aver lacerato la veste del Salvatore e di essermi sottratto alla suprema Autorità del Vicario di Cristo: per separarmi dalla comunione ecclesiale con Jorge Mario Bergoglio, dovrei essere stato prima in comunione con lui, cosa che non è possibile dal momento che lo stesso Bergoglio non può esser considerato membro della Chiesa, a causa delle sue molteplici eresie e della sua manifesta alienità ed incompatibilità con il ruolo che invalidamente ed illecitamente ricopre». E sostiene di non aver paura del processo che, viste le premesse, difficilmente lo vedrà uscire vincitore: «Affronto questa prova con la determinazione che mi viene dal sapere di non avere alcun motivo per considerarmi separato dalla comunione con la Santa Chiesa e col Papato che ho sempre servito con filiale devozione e fedeltà».
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e.m.