Benevento, «truffa straordinari e rivelazione segreti d'ufficio»: due condanne e tre assoluzioni
Il palazzo di giustizia
Due condanne e tre assoluzioni per i poliziotti a giudizio, imputati, a vario titolo, per peculato, truffa, falso e rivelazione di segreto d'ufficio. Condanna a 3 anni e 8 mesi, con l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per Giovanni Lollo, all'epoca dei fatti ispettore superiore presso l'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. Lollo è stato ritenuto responsabile di peculato, truffa, falso e rivelazione di segreti d'ufficio, ma è stato assolto da altre contestazioni perché il fatto non sussiste. Per rivelazione di segreti d'ufficio è stato inoltre condannato a 3 mesi e 20 giorni, pena sospesa, Achille Botticella, di Sant'Angelo a Cupolo, da tempo in pensione. Assolti da ogni accusa, perché il fatto non sussiste o non è previsto dalle legge come reato, Maria Cantone di Montesarchio, assistente capo, Giuseppe Tretola, assistente capo di San Leucio del Sannio, Gianni Nardone, sovrintendente capo di San Martino Sannita, all'epoca dei fatti anche lui in servizio alla Digos. In precedenza, il pubblico ministero Maria Colucci aveva richiesto 4 anni per Lollo, 2 anni per Cantone, 1 anno e 3 mesi per Tretola, 9 mesi per Botticella, l'assoluzione per Nardone. Poi il verdetto del collegio penale presieduto da Sergio Pezza con i giudici Francesco Murgo e Salvatore Perrotta.
I cinque poliziotti rinviati a giudizio erano in servizio uno alla Squadra Volanti, tre alla Digos e un quinto in pensione. Erano stati indagati per una serie di reati commessi nello svolgimento della loro attività professionale e le indagini avevano fatto anche scattare alcuni provvedimenti di sospensione dai pubblici uffici, poi revocati.