Macron ha reso più poveri tutti: la destra in Francia prende voti da chi non l'ha mai votata
Macron ha reso più poveri tutti: la destra in Francia prende voti da chi non l'ha mai votata
Mancano pochi giorni al primo turno delle elezioni legislative in Francia, la campagna elettorale è rovente e il RN di Marine Le Pen è sempre in testa nei sondaggi con uno scarto alto rispetto al partito del presidente Macron, Renaissance, e alla lista PS Place Publique. Macron continua a lanciare un appello contro le estreme destra e sinistra, invitando gli elettori a votare per il centro moderato che darebbe sicurezza e stabilità, riprendendo la strategia del 2017 fondata sullo slogan "ni droite, ni gauche" ma la situazione ora è molto diversa ed il miracolo di EnMarche non può più ripetersi per il presidente pragmatico e del fare che pensava di avere spazzato via i partiti e la dicotomia destra/sinistra.
Marine Le Pen ha inasprito la sua campagna riprendendo i temi forti del suo partito, “la préférence nationale”, accentuando lo scontro, specificando che una volta al potere distinguerà fra “Français de souche” e gli altri e aggiungendo che gli stranieri o coloro che hanno doppia nazionalità saranno esclusi per esempio da vari impieghi nelle pubbliche amministrazioni poiché l’identità deve essere una, cioè quella francese!
Questo rassicura lo zoccolo duro del suo elettorato e una parte della pubblica opinione cosa che non è una novità, mette al primo posto il tema della sicurezza ma non spiega da solo la portata del consenso all’estrema destra. C’è dell’altro nella realtà francese, come anche similmente in quella italiana, che dà ancora consenso al governo di estrema destra di Giorgia Meloni, cosa che rivela un fenomeno più complesso, lungo negli anni ed ora giunto al suo culmine.
L’elettorato tradizionale del RN è sempre stato costituito in prevalenza dagli strati sociali popolari; adesso da alcuni anni esso si è allargato a fasce sociali diverse: innanzitutto le classi medie fragilizzate e rese insicure dalle scelte politiche di Macron che ha penalizzato molti pensionati con la legge sulle pensioni, ha penalizzato gli insegnanti riducendo il loro tenore di vita e facendoli percepire come persone il cui destino non conta molto nelle decisioni del potere. Insegnanti e piccoli impiegati ugualmente sono retrocessi ad un grado inferiore con un potere d’acquisto sempre più logorato, con l’incubo della povertà o dell’indebitamento per far fronte a spese correnti che prima riuscivano ad affrontare.
Decisivo è stato il peso dell’inflazione che ha fatto aumentare il costo di generi di largo consumo pesando moltissimo soprattutto fra le fasce delle zone periurbane e la popolazione rurale; non a caso le proteste lunghe e aspre dei Gilets jaunes sono nate e cresciute proprio in quelle zone nelle quali al costo della benzina per gli spostamenti, o le spese di riscaldamento più alte, si aggiungeva la diffusa sensazione di essere separati dal resto della società, senza voce né peso nella Francia lontana dai centri pulsanti delle città.
Secondo un sondaggio fatto da Opinion Way, il 41% delle famiglie con reddito fra i 1000 e i 2000 euro al mese ed il 33% di quelle con reddito da 2000 a 3500 euro al mese hanno dato il consenso alla destra estrema; infatti il RN ha guadagnato dieci punti in consenso elettorale fra gli impiegati e 15 punti fra le professioni intermedie. Un mutamento della sociologia elettorale di non poco conto, un rimescolarsi della composizione sociale cui Macron e fino ad ora anche lo schieramento di sinistra non hanno dato adeguata risposta. La diminuzione drastica del potere d’acquisto diventa non solo un fatto economico, di difficoltà materiale, ma fortemente simbolico di una degradazione, di uno status sociale sottratto e non facilmente recuperabile che induce paura, forte insicurezza e inclinazione ad affidarsi ad un partito, la destra estrema, che promette di difendere le famiglie, di privilegiare i francesi, quelli veri, negli impieghi che contano, di proteggerli da chi li ha relegati in un limbo in cui essi non sono ricchi, ma neppure così poveri da ottenere un aiuto e politiche adeguate.
Allora, in tale situazione la formula binaria per la quale vi sono le élite e il popolo, coltivata anche da parte di certa sinistra, non serve più, la società è andata oltre; la richiesta di sicurezza e la paura dell’immigrato, che esistono nella mentalità del francese medio, si sommano a un malessere più profondo, alla crisi di individui e vasti e variegati strati sociali che chiedono di uscire da un presente asfittico per immaginare il proprio futuro.