Una madre in cerca di giustizia: "Mio figlio vittima dei guaritori e della medicina alternativa"
Una madre in cerca di giustizia: "Mio figlio vittima dei guaritori e della medicina alternativa"
È passato un anno, ma il dolore e la rabbia continuano a mordere il suo cuore già straziato senza concederle tregua. È passato un anno da quando Gabriella Sarti, di Ravenna, ha visto morire l’unico figlio, il 46enne Massimo Mariani, per una rara forma di tumore, contro il quale aveva deciso di affidarsi a cure alternative assai costose e inefficaci. La sua storia, nei mesi scorsi, è finita sotto i riflettori dei media nazionali proprio grazie alla denuncia di questa madre disperata, che non si è mai rassegnata alla perdita del figlio tra sofferenze atroci e spera, con il suo grido di dolore, di convincere altre persone malate a non abbandonare le terapie tradizionali per lasciarsi ammaliare dalle promesse di sedicenti guaritori e sciamani.
Anche il programma Mediaset Striscia la Notizia ha dedicato svariati servizi alla vicenda, andando addirittura alla ricerca della ‘coach olistica’ che, secondo la denuncia sporta da Gabriella Sarti, avrebbe indotto Mariani ad abbandonare la chemioterapia poiché la sua malattia sarebbe stata, in realtà, un ‘turbo-cancro causato dai sieri Covid’ (sic), una sorta di grave infiammazione curabile con trattamenti ‘detossinanti e ri-equilibranti’. Trattamenti costati – dichiara la madre – almeno quattromila euro.
Gabriella Sarti, come sta?
"Malissimo. In un anno il dolore non si è affatto affievolito, anzi. Mi sembra di vedere ancora Massimo qui, in casa: a volte ho la sensazione che non sia mai andato via".
C’è stato qualcuno, in questi mesi, che le ha suggerito di mettersi il cuore in pace? O che abbia provato a convincerla che la scelta di Massimo fosse, in realtà, pienamente consapevole?
"Certo, ma non intendo fermarmi. Io ero con lui nella fase terminale della malattia e so bene come sono andate realmente le cose: nei suoi ultimi giorni i presunti ‘guaritori’ non gli rispondevano più e lui ha ammesso di aver sbagliato a fidarsi, mi ha chiesto scusa. Sono parole che una mamma non dimentica". Quindi continuerà la sua battaglia legale?
"Sì, voglio andare fino in fondo perché tutte le persone che gli hanno fatto questo lavaggio del cervello debbono pagare".
Che ricordo ha di suo figlio Massimo?
"Io e lui avevamo un bellissimo rapporto, era un ragazzo creativo e pieno di energie. Aveva sempre lavorato in piattaforma, poi, negli ultimi tempi, si era licenziato per seguire la sua vera passione, l’artigianato. Realizzava dei mobili stupendi, tutti i suoi più cari amici hanno a casa qualcosa di suo. È così che lui, in qualche modo, continua a vivere: nelle opere bellissime che ha creato negli anni".
Maddalena De Franchis