Giubileo, sottopasso al cardiopalmo: 10 giorni per trasferire la fullonica riemersa dagli scavi
Giubileo, sottopasso al cardiopalmo: 10 giorni per trasferire la fullonica riemersa dagli scavi
Sorprese giubilari: una fullonica di 500 metri quadrati, antica lavanderia databile tra il tardo II secolo e il III secolo dopo Cristo, è venuta alla luce grazie alle indagini di archeologia preventiva effettuate durante i lavori per realizzare il sottovia di Piazza Pia, uno dei cantieri più importanti e più complessi aperti a Roma in vista del Giubileo 2025 con l’obiettivo di pedonalizzare completamente il passaggio da Castel Sant’Angelo a Via della Conciliazione, direzione San Pietro. Per fugare le preoccupazioni di uno stop dell’opera, che vale 79,5 milioni ed è affidata ad Anas, stamane il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il sindaco e commissario straordinario al Giubileo, Roberto Gualtieri, monsignor Rino Fisichella, delegato dal Papa all’organizzazione dell’Anno Santo, la soprintendente speciale Daniela Porro e l’Ad Anas, Aldo Isi, hanno commentato la scoperta in una conferenza stampa convocata proprio a Castel Sant’Angelo. E hanno rassicurato sui tempi: la fullonica sarà trasferita «in tempi record» e «il cronoprogramma sarà rispettato».
La fullonica sorgeva lungo il Tevere, tra gli Horti di Agrippina e Domizia, una vasta area dedicata all’otium - ha spiegato Porro - «con giardini, padiglioni e un ninfeo». Si trattava di un ambiente di servizio dove si lavavano i panni, «che offre uno spaccato interessante del mondo antico» e che probabilmente ricorreva proprio all’acqua del fiume, «attrezzato sulla banchina destra con moli, opifici e magazzini», come ha aggiunto il direttore degli scavi, Alessio De Cristofaro. Insieme alla fullonica, sono riemersi numerosissimi reperti, come frammenti di marmi, decorazioni degli Horti, ceramiche, attrezzi da conceria, e anche maioliche di epoche successive, del 500 e del 600.
Mentre i reperti saranno «musealizzati» a Castel Sant’Angelo, da oggi stesso cominceranno le operazioni di «impacchettamento» della fullonica, propedeutiche a quelle di smontaggio e rimontaggio nei Giardini adiacenti al Mausoleo di Adriano. «Dieci giorni» sono il termine indicato da Gualtieri per lo smontaggio. Ma, per procedere, si dovrà aspettare il 18 giugno, quando si riunirà la Commissione tutela patrimonio culturale regionale, l’organo preposto all’autorizzazione del progetto. Se tutto andrà liscio, dal 25 giugno si potrà riprendere con i lavori. «Dobbiamo realizzare l’imbocco del sottovia e i 70 metri della nostra galleria», ha detto l’Ad Anas. «Il tavolo permanente tra Soprintendenza, Comune e Anas ci aiuta a risolvere ogni giorno le difficoltà del cantiere, e questo è fondamentale per rispettare le tempistiche. Lavoreremo h24».
La data di conclusione dell’opera era prevista l’8 dicembre, l’apertura della Porta Santa con cui si avvierà ufficialmente l’Anno Santo è fissata il 24 dicembre. Ce la farà il sottovia a essere pronto? Monsignor Fisichella si è innanzitutto detto «commosso» per la scoperta, rievocando la lavanderia presente nel cortile della casa dov’è nato e sottolineando come sia «significativo che dove stiamo cercando di creare uno spazio per rendere più vivo l’incontro tra le persone troviamo a fondamento una lavanderia che era luogo di incontro del popolo e delle donne dell’epoca». Sul rischio di blocco dei lavori, ha allontanato lo spettro: «Non avverrà e Anas ci garantrisce che il cronoprogramma sarà salvaguardato». I pericoli, da qui in avanti, sono sostanzialmente due: intoppi nell’iter del progetto, di natura burocratica o tecnica, oppure nuovi ritrovamenti inaspettati alla ripresa dei lavori. Ma Gualtieri ha tranquillizzato anche rispetto a queste evenienze: «Si rientra nel buffer di emergenza. Il tempo per smontare c’è. E sono soltanto due gli ulteriori “triangolini” di terreno non conosciuti che verranno vagliati preventivamente».
La volontà di procedere in fretta senza rinunciare alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio riemerso sembra condivisa da tutti gli attori in campo. «È finita l’epoca in cui le soprintendenze erano gli enti del Niet e della Byurokratiya, in stile sovietico - ha detto Sangiuliano - e si è aperta l’epoca della collaborazione istituzionale efficace nel rispetto delle normative vigenti. Pronti quindi a collaborare, pronti a trovare un punto di equilibrio, con ragionevolezza e buon senso, tra le esigenze di tutela e le esigenze di modernizzazione della città». Una mediazione, ha aggiunto, rispondente allo spirito dell’articolo 9 della Costituzione.