Giudizio di colpevolezza. La sentenza dei magistrati sulla separazione delle carriere: "Pronti allo sciopero"
Giudizio di colpevolezza. La sentenza dei magistrati sulla separazione delle carriere: "Pronti allo sciopero"
LAssociazione Nazionale magistrati è pronta a indire una o più giornate di sciopero contro la riforma costituzionale della giustizia. È quanto è stato deliberato in un documento comune, approvato all'unanimità e per acclamazione al termine del Comitato direttivo centrale che si è svolto oggi, aperto a rappresentanti delle magistrature contabile, amministrativa e militare e dei rappresentanti di alcune giunte di sezione. È prevista, si legge nel documento "l'indizione, in relazione all'iter parlamentare di discussione del Ddl di riforma costituzionale, di una o più giornate di astensione dall'attività giudiziaria per sensibilizzare l'opinione pubblica sui pericoli della riforma".
Il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere "è una riforma che, stravolgendo l'attuale assetto costituzionale e l'equilibrio tra i poteri dello Stato, sottrae spazi di indipendenza alla giurisdizione, riducendo le garanzie e i diritti di libertà per i cittadini" continua la delibera.
Dalla riforma, "emerge un disegno di indebolimento della magistratura - afferma il sindacato delle toghe - realizzato essenzialmente attraverso la separazione dell'unico ordine giudiziario mediante la previsione di due diversi Csm, uno per i giudici e l'altro per i pubblici ministeri, con un subdolo affidamento della direzione dei due organi alla componente di nomina politica, e mediante l'attribuzione della competenza disciplinare a un'Alta Corte, che si configura come un tribunale speciale previsto solo per la magistratura ordinaria".
La separazione delle carriere, prosegue l'Associazione magistrati, "non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l'isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo a una logica securitaria, nonchè ponendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo".