Macerata, dal Covid all'incubo: aveva una emorragia cerebrale, il dottor Giustozzi lo salva. La figlia: «Sanità a rotoli ma c'è chi ama ancora questo lavoro»
Una corsia d’ospedale
MACERATA Un ricovero per Covid mentre era in vacanza, poi le dimissioni e l’inizio di un calvario. Ma grazie a un medico dell’ospedale di Macerata arriva il lieto fine. È una storia di speranza, ma anche di fiducia nei professionisti che amano il loro mestiere e che lasciano una impronta indelebile nei pazienti e nelle loro famiglie.
Il racconto
A raccontarla è la figlia di un anziano che l’anno scorso ha avuto dei problemi di salute e ha rischiato di non farcela. Ma l’intervento del dottor Mauro Giustozzi (all’epoca nel reparto di Medicina D’urgenza, ndr), che la figlia definisce «un angelo custode incontrato al momento giusto» ha cambiato i piani e ha permesso all’85enne di riprendere in mano la sua vita. «A settembre dell’anno scorso - dice la donna - mio padre era in vacanza in Puglia quando ha contratto il Covid. È stato ricoverato in ospedale, finendo anche in terapia intensiva, e dopo qualche tempo è stato dimesso. Siamo andati a prenderlo per riportarlo a casa, ma da subito abbiamo visto un uomo cambiato, debilitato non solo fisicamente ma anche nello spirito. Così ci siamo consultati con il nostro medico di base che ci ha prescritto una Tac d’urgenza. Dopo aver eseguito l’esame (la cui risposta sarebbe dovuta arrivare due giorni dopo) il tecnico della struttura ci ha chiamato la sera stessa dicendoci che era in corso una emorragia cerebrale e bisognava intervenire». L’anziano viene quindi accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. «Una situazione difficile - racconta la figlia - dove i medici si trovano a far fronte a emergenze continue ed è difficile star dietro a tutti. Constatata la gravità della situazione, i dottori si mettono in contatto con l’ospedale di Torrette per il trasferimento di mio padre e l’operazione. Era un venerdì e il trasferimento sarebbe potuto avvenire solo la domenica. Mio padre però peggiorava di ora in ora, tanto che non riconosceva più nemmeno i familiari e la domenica sarebbe stato troppo tardi. Il giorno dopo, l’intervento del dottor Giustozzi che si trovava al pronto soccorso, è stato provvidenziale. Ha subito compreso la gravità della situazione, lo ha portato nel suo reparto e ha accelerato il trasferimento a Torrette avvenuto il giorno stesso». L’anziano è stato quindi operato nella struttura sanitaria dorica.
L’intervento
«ÃƒË† entrato in sala operatoria in uno stato di semi-coma per quanto la situazione si fosse aggravata - dice la figlia -. Pensavamo che non ce l’avrebbe fatta, invece tutto è andato il per il meglio. C’è voluto quasi un anno per la ripresa, con controlli continui che il dottor Giustozzi ha seguito in prima persona nonostante sia andato in pensione». Ecco allora il bisogno della famiglia di ringraziarlo: «In una sanitàche sembra andare a rotoli, incontrare un medico così ci fa ancora sperare nel futuro. Continua a scriverci per avere aggiornamenti sullo stato di salute di mio padre. Credo sia raro trovare persone che amano così tanto il proprio lavoro. Un elogio e un ringraziamento ci sembrano il minimo».