La minaccia della Serbia: “Ci ritireremo da Euro 2024 se l’Uefa non punirà croati e albanesi”
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La questione balcanica infiamma Euro 2024. Il presidente della federcalcio serba, Jovan Surbatovic, ha annunciato che presenterà una richiesta alla Uefa perché sanzioni le federazioni di Croazia e Albania per i cori dei loro tifosi durante la sfida di Amburgo del 19 giugno, finita 2-2. Prima, durante e dopo la partita i supporter delle due squadre hanno fraternizzato nel nome del loro nemico comune, appunto la Serbia. Lo dimostra il video dell’inviato di Repubblica, Franco Vanni, girato a pochi minuti dall’inizio del match: tra gesti di amicizia, si sentono chiari i cori “Serbia, Serbia vaffa...”. E ancora, nel corso dell’incontro, a far da sottofondo alle parole dei vari telecronisti, il coro cantato a ritmo dei tamburi: "Ubi, ubi Srbina", ossia "Uccidi i serbi". “Quello che è successo è scandaloso e chiederemo sanzioni alla UEFA, anche a costo di non continuare la competizione", ha detto Surbatovic. “Non vogliamo partecipare a tutto questo – ha aggiunto – e se l’Uefa non punirà simili comportamenti, penseremo a come procedere". Una chiara minaccia di ritiro dalla competizione, che aprirebbe scenari totalmente inediti: un girone falsato, i 3-0 a tavolino, le inevitabili, conseguenti sanzioni per la federazione di Belgrado.
Il precedente di Serbia-Albania del 2014
Questo non è che l’ultimo episodio di una rivalità feroce, che va molto oltre il mondo dello sport, strascico velenoso della guerra dei Balcani. L’episodio più clamoroso, su un campo da calcio, nel 2014, con la sospensione, a Belgrado, di Serbia-Albania, partita delle qualificazioni a Euro 2016. Il match fu interrotto dall’arbitro Atkinson verso la fine del primo tempo, quando un drone con una gigantesca bandiera della Grande Albania, con la scritta “Kosovo autoctono” e la data del 1912 (la rivolta albanese), sorvolò il Partizan Stadium, planando sul campo. Il Kosovo è uno stato a maggioranza albanese, che la Serbia considera parte del suo territorio,non riconoscendone l’indipendenza. Il giocatore della Serbia Mitrovic in campo afferrò e lanciò via la bandiera, scatenando l’ira degli albanesi, che poi fuggirono dal campo (e non vi fecero più ritorno) quando diventarono vittime del lancio di oggetti vari dalle tribune dell’impianto di Belgrado.