Bruno Vespa: «Non sono il figlio di Mussolini né il consulente occulto di Giorgia Meloni. Carriera più facile se fossi stato di sinistra»
Bruno Vespa: «Non sono il figlio di Mussolini né il consulente occulto di Giorgia Meloni. Carriera più facile se fossi stato di sinistra»
Bruno Vespa compie 80 anni lunedì 27 maggio ma di andare in pensione non ha alcuna intenzione: «Il giornalismo si fa con la testa, che ancora funziona bene. Il ritiro lo deciderà il mio editore di riferimento: il Padreterno». Giornalista Rai dal 1962, storico conduttore di Porta a Porta da 28 anni, ha un solo "rimpianto", che poi rimpianto non è: «Sono convinto che se fossi stato di sinistra, la mia carriera sarebbe stata più agevole», dice in un'intervista al Corriere della Sera in cui smentisce le dicerie sul suo conto. Che sia il figlio segreto di Benito Mussolini e il consulente occulto per la comunicazione di Giorgia Meloni.
Il figlio di Mussolini
I genitori di Bruno Vespa, papà rappresentante di medicinali e mamma maestra elementare, si sposarono 1l 24 luglio 1943. Ma la storia per cui il vero padre del giornalista sarebbe Benito Mussolini è circolata più volte negli anni. Da cosa nasce? «Forse dal fatto che gli somiglio», dice. Anche se i conti non tornano: «Mia madre andò a insegnare ad Assergi, ultimo paese prima della funivia per Campo Imperatore, dove avevano mandato Mussolini, solo nel 1949. Quando “papà” (sorride, ndr) era già morto da qualche anno». Una diceria a cui Vespa risponde col sorriso.
Giorgia Meloni
Un'altra voce che circola sul conduttore di Porta a Porta è che sia il consulente occulto per la comunicazione della premier Giorgia Meloni: «È ridicolo anche solo pensarlo. Nella Prima repubblica, al contrario di tantissimi altri colleghi, non ho mai partecipato a riunioni politiche e mai incontrato in privato un solo esponente politico. Tranne una volta, Giulio Andreotti. Volevano impormi al Tg1 la nomina di una caporedattrice di scarso valore dicendo che la voleva il presidente del Consiglio. Andai a Palazzo Chigi per chiedergli se era vero, Andreotti non ne sapeva nulla».