Cogne (ancora isolata), Cervinia e Macugnaga: i fiumi hanno portato via tutto
Cogne (ancora isolata), Cervinia e Macugnaga: i fiumi hanno portato via tutto
È ancora isolata Cogne, in Valle d'Aosta, e ci vorranno settimane prima che torni raggiungibile. Inondata dal fango Cervinia. Il disastro che ha colpito due dei paesi simbolo del turismo valdostano è solo l'immagine più clamorosa di quello ha travolto un ampio angolo del Nord-ovest con violenti nubifragi e grandinate fra sabato e domenica. Il risultato: frane, allagamenti, strade bloccate, paesi isolati, colate di fango, sfollati a centinaia. Nel vicino Canton Ticino, in Svizzera, ci sono stati tre morti e un disperso per le conseguenze dell'ondata di maltempo. Ora è allarme meteo su Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Gli elicotteri dei Vigili del fuoco sono entrati in azione per evacuare circa 500 persone da Cogne, investita dall'esondazione dei suoi torrenti: altre 250 dovranno essere portate vie, sempre in elicottero, a causa della frana che ha interrotto la strada regionale 47 che raggiunge la frazione. La base per la partenza e gli arrivi degli elicotteri è a Aymavilles, comune più a valle. Gli sfollati sono residenti e turisti (un centinaio da Cogne e altrettanti dalla vicina Valnontey). L'associazione degli albergatori di Aosta (Adava) sta raccogliendo disponibilità per offrire camere gratuitamente. Nel comune di Cogne ci sono problemi su linee internet e telefonia, l'acqua potabile è disponibile solo in alcune fontana pubbliche, mentre sono in corso i lavori di ripristino dell'acquedotto.
Dai rifugi del Monte Rosa sono state evacuate 29 persone. Altre 120 dall'Alpe Veglia, nella provincia di Verbano Cusio Ossola, dove il Tambach ha alluvionato Macugnaga. Ma c'è anche chi non ha voluto andarsene: «Siamo in alpeggio e abbiamo gli animali, non possiamo lasciarli soli» spiega Cristina, dell'agriturismo Alpe Burki.
A Locana (Torino) 37 fra italiani, tedeschi e francesi che stavano cenando in un ristorante l'hanno dovuto lasciare per l'emergenza causata da una frana. A Cogne una trentina di campeggiatori si è salvata grazie all'ospitalità di un'albergatrice. In venti sono rimasti bloccati a Ceresole Reale (Torino), dove erano saliti per un concerto. Fra Montanaro e San Benigno (Torino) i vigili del fuoco hanno recuperato una famiglia di vacanzieri dal Belgio composta da marito, moglie e bimba di tre mesi, sorpresi in auto dall'improvvisa ondata di piena del torrente Orco.
La Regione Valle d'Aosta ha dichiarato lo stato di calamità naturale a livello regionale e ha chiesto che sia deliberato lo stato d'emergenza nazionale. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha spiegato stamani che «l'evento è in corso, i corsi d'acqua sono ancora molto alti. Anche per capire la tipologia di intervento tecnico da effettuare bisogna capire il tipo di danno, l'acqua fino a dove è arrivata, qual è stata la parte più erosa». «Le priorità - ha detto Curcio - sono le persone da portare giù, la viabilità, i servizi essenziali, cioè una parte di acquedotto, ancora delle parti elettriche che devono essere sistemate, e poi ci sono tutte le procedure per lo stato di emergenza perché questo consente poi al territorio di operare con una maggiore rapidità».
Il protrarsi dell'isolamento di Cogne peserebbe sull'economia turistica. «Come tutte le comunità - ha aggiunto Curcio - vuole ripartire in fretta. Vivono di turismo e quest'area, in particolare nei mesi prossimi, è molto richiesta, quindi c'è la necessità di fare le cose rapidamente. Non solo gli operatori voglio lavorare ma i turisti vogliono venire».
Il fronte temporalesco proveniente dalla Francia (dove la caduta di un albero ha ucciso tre persone) si è accanito sul Gran Paradiso, scaricando un nubifragio su Cogne e, sul versante piemontese, verso la Valle Orco, dove su Noasca sono caduti 176 millimetri di pioggia in poche ore: hanno fatto il giro del web le immagini della cascatella del paese trasformata in una valanga d'acqua. I pluviometri hanno registrato il record all'Alpe Veglia, nel Verbano Cusio Ossola, con 226 millimetri. Sulle pianure pedemontane del Canavese si è abbattuta una grandinata con chicchi di oltre 10 centimetri: Coldiretti lancia l'allarme per grano e mais.
Per il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, «dobbiamo ormai parlare di eventi ordinari ai quali, purtroppo, dobbiamo prepararci tutti, istituzioni e cittadini, in una seria attività di prevenzione». Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra, chiede che «il governo dichiari lo stato di emergenza climatica».