"Serena Mollicone uccisa come Vannini, dovevano soccorrerla"
"Serena Mollicone uccisa come Vannini, dovevano soccorrerla"
«L'omicidio di Serena Mollicone (nella foto) richiama quello di Marco Vannini». Cioè: Serena è stata lasciata morire senza soccorso. A tracciare il parallelo, davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma, è la sostituta procuratore generale Deborah Landolfi nel corso della requisitoria del processo per l'omicidio della 18enne di Arce, uccisa nel 2001. In entrambi i casi è venuta meno la «garanzia e di protezione dei titolari dell'abitazione nei confronti di persone da loro ospitate». Da qui la richiesta dei sostituti procuratori nel processo di secondo grado: 24 anni di reclusione per l'ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce Franco Mottola, 22 anni per sua moglie Annamaria e per il figlio Marco. Sono le richieste pronunciate in aula dai sostituti procuratori Francesco Piantoni e Deborah Landolfi, nel corso del processo di secondo grado. «Marco Mottola ha messo in pericolo la vita di Serena in un appartamento dove solo lui e la sua famiglia potevano accedere e aveva l'obbligo di intervenire - scrivono i sostituti procuratori generali Deborah Landolfi e Francesco Piantoni nella memoria conclusiva - Entrambi i genitori e lo stesso Marco avevano l'obbligo di garanzia di prestare soccorso alla ragazza che era entrata nell'abitazione di cui solo essi avevano la disponibilitàe ciò non hanno fatto, anzi hanno voluto nascondere quanto era successo per evitare conseguenze penali ai danni del figlio. Ma, in questo caso, hanno anche deciso di soffocare la ragazza e quindi di ucciderla deliberatamente, per poi far sparire il corpo ed ogni traccia». Analogie con il delitto Vannini, il 20enne morto nel maggio del 2015 mentre era ospite a casa della fidanzata, ferito da un colpo di arma da fuoco sparato dal padre della ragazza.