Antonella Clerici come sta dopo l'intervento alle ovaie? Il chirurgo che l'ha operata: «Esiti istologi tra due settimane, partito da una cisti»
Antonella Clerici come sta? Parla il chirurgo che l'ha operata: «Esiti istologi tra due settimane»
Dopo l'operazione d'urgenza a cui è stata sottoposta la scorsa settimana Antonella Clerici, «non ci sono molti timori per la diagnosi» conclusiva del suo problema ovarico. Si attendono però gli esiti istologici che «si avranno tra 2 settimane». Ma l'esperienza «fa presumere un esito tranquillizzante», spiega all'Adnkronos Salute il chirurgo che ha operato la conduttrice, Enrico Vizza, componente del consiglio direttivo della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) e direttore del Dipartimento di clinica e ricerca oncologica dell'Istituto tumori Regina Elena di Roma.
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Antonella Clerici come sta: parla il chirurgo che l'ha operata
«L'intervento è andato molto bene. E' stato eseguito per via laparoscopica, con strumenti molto piccoli, da 3 millimetri, con una piccolissima cicatrice. Dal punto di vista estetico, in pratica, non si vedrà nulla», racconta il chirurgo ricordando che «tutto nasceva da una cisti ovarica la cui immagine ecografica si era modificata negli ultimi mesi, per cui si è dovuto intervenire molto rapidamente per avere un esame istologico, tuttora in corso, in grado di indicare la natura della formazione. La conferma definitiva ce l'avremo solo nelle prossime settimane».
Il pericolo, però, «è in un certo senso rientrato, i timori sono bassi sul piano oncologico». Una vicenda, continua Vizza, che «dimostra l'importanza della diagnosi precoce». E anche quella «della prevenzione al femminile. La salute della donna è molto più complessa di quella dell'uomo, devono sottoporsi a più controlli, con regolarità. Particolarmente in alcuni momenti della vita - menopausa e perimenopausa in particolare - in cui l'incidenza di alcuni tumori aumenta: utero, endometrio, ovaio, mammella colon».
La storia di Antonella Clerici, conclude lo specialista, «evidenza che i controlli sono necessari anche se c'è un'alterazione che sembra benigna: bisogna comunque tenerla sotto controllo e non avere paura di controllare. Dobbiamo ricordare che oggi riusciamo a realizzare interventi, anche complessi, con un impatto, in termini di cicatrice e qualità della vita, molto contenuto».