Le fabbriche dei gelati in Puglia: ecco da dove vengono coni e vaschette nei supermercati. “Li spediamo negli Stati Uniti e in Russia”
I gelati nei supermercati che vengono dalla Puglia. “Li spediamo anche gli Stati Uniti e in Russia”_WhatsApp Image 2024-06-29 at 12.02.43
C’è un’industria più nascosta, in Puglia, ma in crescita. È quella che produce gelati per i supermercati di tutta Italia e non solo: coni, stecchi e vaschette arrivano anche all’estero. Dall’altra parte dell’Adriatico, principalmente — Albania e Grecia — ma ci si spinge persino negli Stati Uniti e in Russia. Ad attirare, oltre al made in Italy, è la lunga storia di aziende fondate dai nonni nel secolo scorso — qualcuno è partito da un semplice chioschetto, qualcun altro invece si è subito tuffato sulle vendite a larga scala — e che resistono grazie all’innovazione e alla maestria degli eredi.
Per esempio la Tuttogelo, nella zona industriale di Bari. È stata fondata dai fratelli Maurizio e Biagio Rutigliano nel 1995: hanno ereditato la lunga esperienza del padre Nicola. A occuparsi della produzione dei gelati è Iceland, che nei congelatori dei supermercati fa trovare un marchio amato dai baresi, Aida, storicamente legato alle merendine. E che ora invece punta proprio sui gelati, anche senza lattosio. Fa registrare una crescita di produzione del 10-15 per cento ogni anno. Lo scorso, quando il fatturato è stato di 9 milioni di euro, con 30 addetti, sono state prodotte un milione di vaschette e altrettanti di gelati fra multipack e torte. Che arrivano anche in Grecia. E in provincia non è l’unica.
Oltre a Gessyca a Conversano, sulla costa a nord di Bari ce n’è un’altra in forte ascesa: San Marco. Si associa subito al famoso chiosco di Molfetta, ma poi, accanto a questo, fra il 2008 e il 2009 Giuseppe Giangregorio ha deciso di «portare nel mondo industriale il know-how e l’esperienza della produzione di gelato artigianale», spiega il responsabile commerciale Gegi de Musto. Prima con le vaschette e poi con gli altri prodotti tradizionali. E ora hanno un grande stabilimento nella zona industriale, sempre a Molfetta, con circa 60 dipendenti e piattaforme di stoccaggio anche a Caserta e a San Benedetto del Tronto. «Produciamo sia con il nostro marchio — che arriva anche a Malta, in Israele e in minor parte pure in Belgio, Estonia e Lituania — sia con quelli della grande distribuzione e dei discount, per esempio Md, Lidl e Apulia distribuzione». In pratica il gelato Lidl, fra gli altri, viene prodotto qui. E così fanno quasi tutte le aziende con altri grandi catene, perché rappresenta una grande fetta di business. Che per San Marco si traduce con un fatturato di 12 milioni 177 mila euro (nel 2020 era di 3 milioni).
«Noi siamo anomali — dice invece lРІР‚в„ўamministratore Giuseppe Rinaldi da Tommasino gelati, a Manfredonia — PerchГ© non siamo proprio industriali come altre realtГ , diciamo che siamo artigiani di grosso taglioВ». Anche loro sono nati da un chioschetto aperto nel 1952 dal padre Tommaso e ora producono gelati soprattutto per i ristoranti anche francesi, tedeschi e spagnoli (con un business di 1,5 milioni di euro). В«Il cavallo di battaglia ГЁ la cassataВ», racconta Rinaldi. E qualcosa, come gli spumoni, finisce anche nei supermercati locali.
In Salento ci sono invece altre due grandi realtà. La prima è Martinucci 1950, da non confondere con i re dei pasticciotti e i loro famosi laboratori artigianali. Rocco, direttore commerciale, fa sì parte della stessa famiglia ma si occupa parallelamente con questa azienda di prodotti industriali. Un altro ramo, dunque, nato «dal desiderio di mio nonno che voleva avviare l’industria del gelato, un sogno poi portato a compimento da mio padre negli anni Ottanta», continua Martinucci. Anche questo un impero, con tre stabilimenti fra Presicce e Specchia: 160 addetti e un fatturato di 35 milioni di euro. Lavorano persino con Walmart negli Stati Uniti. Arrivano in 34 Paesi: anche in Russia e in Gran Bretagna. «Apprezzano il made in Italy».
Sempre in Salento, a Monteroni, c’è pure Gelati Royal, avviata da Pasquale Strafino che lavorava come operaio nella Sica, la cosiddetta “Perugina del Sud”. Poi è diventato pasticcere, dopo è entrato nel commerciale e poi è diventato concessionario di zona negli anni Sessanta. E infine quando Sica si è ritirata dalla produzione del gelato industriale, nel 1968, ha ceduto a Strafino i macchinari. E da lì è iniziata l’avventura. Ora l’azienda (che ha un fatturato da 10 milioni di euro) raggiunge i 70 addetti nell’alta stagione. Producono anche per Md, Apulia Distribuzione, Maxi Di, e i prodotti si possono acquistare pure in Svizzera, Belgio e Olanda. Il gelato più gettonato? «Il biscotto». E sono tra i pochi che distribuiscono ancora nei bar.