Il futuro di Nicola Lodi: "Centrati gli obiettivi. Non vado in Regione, con Alan altri 10 anni"
Il futuro di Nicola Lodi: "Centrati gli obiettivi. Non vado in Regione, con Alan altri 10 anni"
Nicola ‘Naomo’ Lodi, vicesindaco uscente e capogruppo della Lega, con oltre novecento preferenze. Come valuta il risultato elettorale del partito?
"La Lega è l’unico partito di centrodestra ad aver retto il trend nazionale ed europeo in città. Abbiamo preso oltre cinquemila voti di lista, pari al 7,7% dei voti, che hanno permesso la rielezione del sindaco Fabbri. Mi pare un risultato importante, che premia la linea della concretezza che ha caratterizzato la nostra amministrazione e, in particolare, il lavoro portato avanti da me e dall’assessore Cristina Coletti".
Non è riuscito a centrare l’obiettivo delle mille preferenze, come fu nel 2019.
"È un altro mondo. Cinque anni fa presi 1.200 preferenze con il partito a oltre trenta punti percentuali. Oggi, ne ho raccolte oltre novecento con il partito attorno all’8%. È, in proporzione, una triplicazione delle preferenze. Poi, molti voti sono stati volutamente indirizzati alla lista del sindaco".
Che tipo di Lega esce dalle urne?
"Un partito completamente rinnovato, che ha anteposto competenza e capacità all’improvvisazione. L’ascolto e il duro lavoro hanno pagato. Tant’è che, oltre a me e Coletti, entra l’assessore uscente Kusiak e poi si vedrà cosa accadrà quando il sindaco avrà affidato le deleghe".
Come si immagina nella nuova giunta? La questione vicesindaco è molto aperta.
"Vorrò essere l’uomo accanto a Fabbri non solo fino al 2029, ma per i prossimi dieci anni sperando nel terzo mandato. Alan è l’unico che può fare il sindaco di questa città e, per portare a termine i grandi progetti che abbiamo, serviranno almeno altri dieci anni. Abbiamo visto che il binomio Fabbri-Lodi funziona molto bene, non vedo perché cambiare rotta".
Ma gli equilibri in politica cambiano...
"Sì, ma non le persone. Queste elezioni, ancora una volta ci hanno dimostrato che gli elettori premiano chi lavora sodo. Senza nulla togliere agli altri, penso di aver centrato tutti gli obiettivi che il sindaco, nel 2019, mi aveva chiesto".
Si vocifera di una sua possibile ‘fuga’ in Regione in autunno? "Chi mi conosce sa che questa ipotesi è totalmente priva di fondamento. Sono legato a Ferrara, ai ferraresi, al territorio. Non potrei mai fare una cosa simile: ho sposato la città, non la tradirò per uno stipendio più alto".
Cosa si aspetta dai prossimi cinque anni?
"La parola in cui credo più è: continuità. Gli elettori si sono espressi in maniera incontrovertibile. La direzione che ha preso Ferrara, dal 2019, è quella giusta, che i ferraresi vogliono. Ebbene, noi continuiamo così lasciando da parte gli strombazzatori".
A proposito di toni: è stata una campagna elettorale intensa.
"Sì, direi eccessivamente. Questa mattina (ieri, ndr), per caso, ho incontrato l’ex candidato sindaco Aldo Modonesi e mi sono scusato per gli audio che sono stati diffusi in piazza durante il comizio conclusivo di Anselmo. Lui mi ha fatto le congratulazioni per la vittoria. È così che si fa".
Però da parte vostra, quando Tagliani e Modonesi governavano, non sono mai mancate critiche piuttosto aspre.
"È vero, ci siamo contrastati aspramente. Ma nessuno si è mai sognato di andare in procura o intraprendere iniziative come abbiamo fatto fare in questa campagna elettorale".