Macerata, deve aspettare 13 anni per cancellare la bocciatura in prima elementare: risarcito con 6mila euro
Deve aspettare 13 anni per vedersi cancellare la bocciatura in prima elementare: risarcito con 6mila euro
MACERATA - Era stato bocciato in prima elementare, ma aveva fatto ricorso al Tar ottenendo la sospensione della non ammissione alla classe successiva. Grazie a questo aveva potuto iscriverrsi alla seconda e continuare il suo percorso di studi, ma con una promozione ancora "sub judice". Tutto questo accadeva nel 2010 ed il ragazzo, ora ventenne e diplomato, ha dovuto attendere fino a dicembre 2023 per un pronunciamento positivo e definitivo. Tredici anni dopo, ben oltre la durata ragionevole del processo. Ora, grazie alla "Legge Pinto", invocata dalle Avvocate Letizia Murri e Valeria Piantoni nel loro ricorso alla Corte d'Appello di Ancona, ha ottenuto un risarcimento di seimila euro.
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"La Legge Pinto - spiegano le avvocatesse Murri e Piantoni - prevede infatti che i giudizi di primo grado dovrebbero esaurirsi in un termine non superiore ad anni tre e che, quindi, ricorrendo certe condizioni, per gli anni di durata del processo che eccedono quello ragionevole di tre anni, la Corte d’Appello possa riconoscere un equo indennizzo pari ad un minimo di quattrocento sino ad un massimo di ottocento Euro, per ogni anno di ritardo. Con decreto del 20 maggio 2024, il Giudice designato della Corte d’Appello di Ancona, ha ritenuto ammissibile la richiesta del ragazzo, stanti anche le reiterate richieste che al tempo le Avvocate Letizia Murri e Luisella Cellini che assistevano i genitori del minore, avevano inoltrato al Tar Marche per sollecitare la fissazione dell’udienza di merito. Tenuto conto delle particolari esigenze del ricorrente, all’epoca dei fatti ancora minorenne, la Corte d’Appello ha ritenuto congruo liquidare una somma pari ad Euro seicento per ciascuno dei dieci anni di ritardo rispetto alla durata ragionevole del processo, da qui la somma complessiva riconosciuta di Euro seimila, oltre alla refusione delle spese di lite, con ingiunzione di pagamento a carico del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Soddisfatti per questo pronunciamento sia il ragazzo che la propria madre, nel frattempo rimasta vedova. Il Tar Marche aveva reso giustizia alla famiglia nell’anno 2010, sospendendo l’efficacia di una bocciatura abnorme, in prima elementare, di cui ravvisava prima face l’ illegittimità, consentendo così all’alunno di iscriversi alla classe successiva e di proseguire regolarmente nel suo percorso di studi. Poi per anni la spiacevole ed ansiogena incertezza circa l’esito del procedimento, risolto solo nel dicembre scorso".