Quando Gasperini inventava gol per la Vis Pesaro ma era già un allenatore in campo
Quando Gasperini inventava gol per la Vis Pesaro ma era già un allenatore in campo
Tutti lo vogliono, noi ce lo siamo goduti prima. Prima della finale di Dublino. Prima dell'Europa League e della Coppa Italia. Prima di Xabi Alonso. Prima di espugnare Anfield e alzare al cielo la Coppa. Prima di Genoa e Crotone. Prima di stupire anche alla guida delle giovanili della Juve. Prima di disegnare un calcio che mezza Europa (e l'altra mezza pure) invidia all'Atalanta, Gian Piero Gasperini è stato un ottimo calciatore.Cresciuto nella Juve (compagno di squadra di Marocchino), il segno lasciato con le maglie di Palermo e Pescara. Con una costante: quando giocava, era già un allenatore in campo. Se lo ricordano bene anche a Pesaro quando a 34 anni suonati, con la stessa pettinatura di oggi (solo meno bianca) e un lungo curriculum in cui spiccavano le 10 reti segnate in Seria A, si prese la maglia numero 10 biancorossa. Al primo anno fu subito promozione in C1 davanti a Carrarese, Montevarchi e Rimini con 2 reti segnate contro il Teramo e Giulianova. Era la Vis della coppia gol Pazzaglia-Tentoni, con Mosconi in difesa e Olive (9 gol in campionato) a centrocampo.
La salvezza prima di appendere le scarpe al chiodo
Nella seconda e ultima stagione, prima di appendere gli scarpini al chiodo, regalò sul campo la salvezza a Pesaro, in una squadra che aveva nel difensore Amoruso il giovane più promettente. Indelebili le trasferte con il mitico Bibi Davani alla guida del pullman biancorosso, indelebile la vittoria al Nereo Rocco (era il battesimo per il nuovo stadio di Trieste) per 1-0 (gol di Pellegrino) contro la Triestina del futuro allenatore della riscossa biancorossa (7 anni dopo) Daniele Arrigoni, anche lui all'ultima stagione come calciatore. Gasp, o lo ami o lo odi. Con Sartori, il ds dei miracoli, si è arrivati alla separazione. All'Inter, nel dopo Mou, è durato come un gatto in tangenziale. E lui che fa? Dopo aver alzato la Coppa, togliendosi un bel sassolino dalla scarpa, ha lanciato una stilettata mica da ridere: "E' straordinario vincere senza avere tantissimi debiti. Vincere un trofeo così ha un valore diverso". Cordiali saluti da Dublino, insomma.