Max Giusti, un aneddoto per ogni imitazione: «Ricucci mi querelò, De Laurentiis lo incontrai in vacanza. Borghese? Un amico»
Max Giusti, un aneddoto per ogni imitazione: «Ricucci mi querelò, De Laurentiis lo incontrai in vacanza. Borghese? Un amico»
Cristiano Malgioglio, Alessandro Borghese, Aurelio de Laurentiis, Stefano Ricucci, Clemente Mastella. C'è una persona che ha vestisto i panni di tutti questi personaggi: Max Giusti, uno dei comici più amati dal pubblico italiano, che vanta queste e molte altre imitazioni, ognuna delle quali nasconde un aneddoto.
Aurelio De Laurentiis è sicuramnete uno dei personaggi più riusciti del comico.«Mi è capitato di incontrarlo diverse volte in vacanza - ha raccontato il comico al Corriere della Sera - abbiamo fatto anche alcune riunioni insieme per un progetto mai nato. Credo che sia una delle persone con l’eloquio più interessante e affascinante che abbia mai incontrato. Uscivo da quelle riunioni e cazzeggiando con gli amici mi veniva naturale imitarlo».
Un'altra imitazione di successo è quella dell'amico Alessandro Borghese che, nella versione Giusti è senza filtri: «L’ho immaginato come in quel film, Free Willy, dove si doveva liberare un’orca prigioniera in un parco marino perché aveva bisogno mare aperto... Ho sognato un Borghese libero di dire quello che vuole, che finalmente dà sfogo a quello che molti spettatori pensano guardando i suoi 4 ristoranti. Magna e non rompere li co*** penso sia quasi diventato gergo comune. L’ho avvisato dell’imitazione perché mi sembrava giusto, ma gli ho detto di fidarsi di me. So che lo ha visto insieme alla sua brigata e si è divertito parecchio».
Max Giusti ha anche spiegato perché cominciò a imitare Cristiano Malgioglio: «Lo feci per primo e lo feci perché non capivo come mai fosse così tanto in tv. Poi nel tempo ho capito che ha più ragione di esserci Malgioglio di tanti altri. Lui è già una parodia, ci si sono tuffati in tanti e hanno fatto bene. Un suo classico è che se mi incontra mi dice che sono il migliore a imitarlo, ma lo dice pure a Nicola Savino, a Massimo Lopez».
Stefano Ricucci, invece, lo querelò: «A volte con alcuni personaggi mi viene la sindrome di Stoccolma. Amavo Ricucci, l’odontotecnico di Zagarolo che ha tentato la scalata al Corriere con i capelli alla Tony Hadley: come fai a non volergli bene? Comunque lo incontrai al ristorante e ritirò la querela. Clemente Mastella invece si arrabbiò perché lo imitai da Santoro. Lui era ministro della Giustizia e mi chiamò dalla batteria del Senato: finché lo fai a Quelli che il calcio va bene, ma da Santoro no».