Maradona, 40 anni fa l'arrivo a Napoli. Ferlaino: «Quei 13 miliardi non li avevamo, lo prendemmo con un magheggio»
Maradona, 40 anni fa l'arrivo a Napoli. Ferlaino: «Quei 13 miliardi non li avevamo, lo prendemmo con un magheggio»
"Buonasera, napolitani...". T-shirt bianca, una cascata di riccioli neri, il pallone bianco che appare all'improvviso al centro di uno stadio pieno come un uovo per fargli fare pochi palleggi prima di un tiro liberatorio scagliato verso il cielo azzurro. Il 5 luglio 1984 cambia la storia del calcio in Italia. Diego Armando Maradona, il più grande di tutti i tempi, era del Napoli: una squadra che non aveva vinto praticamente niente, con bilanci che ogni anno l'allora presidente Corrado Ferlaino faticava a tenere lontani dal default ma con una tifoseria da sogno che riempiva gli spalti come nessun'altra.
Tredici miliardi e mezzo di vecchie lire, tanto costò il Pibe de Oro. Cifra che oggi sembra ridicola, praticamente 6,5 milioni di euro. "Non avevamo neppure quelli - ha svelato Ferlaino, 93 anni ma la lucidità dei tempi migliori, accompagnato dalla figlia Cristiana all'evento-ricordo dei 40 anni dall'arrivo di Maradona che il giornalista Marcello Altamura ha organizzato sulla nave da crociera MSC Divina, gruppo mondiale che sponsorizza anche il Napoli attuale -. Noi arrivammo a quasi 4 miliardi, il resto fu messo in modo molto creativo dai vertici del Banco di Napoli in una fidejussione fatta in pochissime ore".
Già, perché Maradona in realtà non sarebbe mai stato del Napoli senza il coraggio di molti e l'astuzia di Ferlaino. "Il Barcellona giocava al gatto con il topo - aggiunge Ferlaino - Voleva che comprassimo Hugo Sanchez invece alla fine cedette Diego". Ma fuori tempo massimo. "Il contratto fu firmato alle 3 del mattino del 1 luglio, sul cofano di una macchina - ricorda l'ex inviato del Il Mattino Franco Esposito - mentre il mercato si era già chiuso alla mezzanotte del 30 giugno".
E allora? Fu l'astuto Ferlaino a rendere realtà l'estenuante trattativa condotta dall'ex capitano azzurro Antonio Juliano. "Presi un aereo privato, andai negli uffici della Lega Calcio a Milano e depositai una busta con quello che tutti pensavano fosse il contratto di acquisto di Maradona. Dentro c'erano invece solo fogli bianchi. Poi volai a Barcellona, feci firmare Diego, tornai a Milano prima dell'apertura degli uffici della Lega e chiesi al custode di origini campane se cambiasse la busta. "C'è un errore, dissi, ma la data del protocollo deve restare la stessa...". Un magheggio.
Una storia incredibile che diede vita a un'altra storia lunga 7 anni con il Napoli che diventa due volte Campione d'Italia, vince una Coppa Uefa, si aggiudica la Supercoppa Italiana e desta ammirazione nel mondo. Anche la città cambia. "Un'operazione che risveglia l'orgoglio identitario di un popolo - dice l'ex rettore dell'università Federico II Guido Trombetti - che si innesta in un processo di riscossa culturale che mette in luce talenti come Massimo Troisi, Pino Daniele, la nuova teatralità di Peppe Barra, Annibale Ruccello, Enzo Moscato e così via".
E oggi? "Siamo pronti ad osare, vincere le sfide anche difficili o che sembrano impossibili. Com'era l'acquisto di Maradona - annuncia il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi -. Al boom del turismo aggiungeremo quello degli impianti sportivi, la costruzione di un Pala Eventi da migliaia di posti nella zona del Centro Direzionale, l'anno 2026 da festeggiare come capitale dello Sport, uno stadio modernissimo che porta proprio il nome di Maradona in attesa degli Europei di calcio del 2032".
Diego presente a Napoli, sempre. Negli occhi e nei racconti dello storico massaggiatore Salvatore Carmando, negli aneddoti del presidente dell'Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) Gianfranco Coppola, nella promessa di Leonardo Massa (Vice President Southern Europe di MSC Crociare) che affiancherà le squadre di vertice dello sport napoletano. Per vincere ancora, come ha insegnato Maradona.