Negoziati Russia-Ucraina, la clausola «assurda» sull'art. 5 voluta da Mosca: così nel 2022 fallì la trattativa di pace. La rivelazione del Nyt
Negoziati Russia-Ucraina, ecco perché fallì l'accordo di pace nel 2021: il NyTimes pubblica i documenti sulla trattativa
Il New York Times pubblica la documentazione che racconta le trattative di pace tra Russia e Ucraina nel 2022, aprendo uno squarcio sui dettagli dei negoziati, poi falliti. I file erano stati già resi noti dal Wall Street Journal a marzo scorso, che aveva pubblicato la bozza di trattato di pace redatta dai negoziatori russi e ucraini del 15 aprile 2022, a sei settimane dall'inizio della guerra.
Negoziati Russia-Ucraina, i punti dell'intesa
Tra i punti dell'intesa in larga parte stipulata nel corso dei negoziati a Istanbul del marzo di quell'anno, l'Ucraina doveva diventare uno Stato permanentemente neutrale e non aderire a blocchi militari come la Nato. La Crimea sarebbe rimasta russa ma senza il riconoscimento di Kiev, che sarebbe stata costretta a non disporre di armi straniere e a ridurre le sue Forze armate, che dovevano passare a 85mila effettivi, 342 carri armati e 519 pezzi di artiglieria. La lingua russa doveva essere usata su un piano paritario con l'ucraino, mentre le sorti del Donbass sarebbero state discusse in un secondo momento.
I motivi del fallimento
Ora il Nyt rivela che uno dei punti che hanno probabilmente contribuito a far saltare un'intesa è il cosiddetto articolo 5: in caso di un altro attacco armato contro l'Ucraina, gli «Stati garanti» che avrebbero firmato il trattato - Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia - sarebbero intervenuti direttamente in difesa dell'Ucraina. Ma Mosca volle inserire una clausola secondo la quale «tutti gli Stati garanti, Russia compresa», avrebbero dovuto approvare la risposta nel caso in cui l'Ucraina fosse stata attaccata.
Il diritto di veto di Mosca
Insomma, una sorta di diritto di veto di Mosca, che di fatto avrebbe potuto nuovamente invadere il territorio ucraino. La clausola, giudicata assurda, fece precipitare le cose: con questo cambiamento, disse uno dei negoziatori ucraini «non avevamo alcun interesse a continuare i colloqui».