Russia, i super jet di Mosca (con le bombe plananti) nel mirino dei droni ucraini: così Kiev mette in imbarazzo l'aviazione di Putin
Russia, i super jet di Mosca (con le bombe plananti) nel mirino dei droni ucraini: così Kiev mette in imbarazzo l'aviazione di Putin
Dieci giorni fa l’intelligence militare di Kiev ha diffuso alcune immagini satellitari che mostrano un Su-57 - il caccia russo più moderno, in grado di lanciare missili Kh-59 e Kh-69 - parcheggiato in un aeroporto nella regione di Astrakhan, a 600 chilometri dal fronte. «Le immagini evidenziano che il 7 giugno il Su-57 era integro, mentre l’8 giugno c’erano i segni dell’esplosione e le caratteristiche macchie di fuoco derivanti dai danni provocati dall’incendio», sottolinea il Gur.
Non è stato chiarito quali armi siano state utilizzate, ma la distanza dell’aeroporto dall’Ucraina suggerisce che probabilmente siano stati utilizzati droni, a dimostrazione della capacità di questi ultimi di colpire jet super moderni nelle basi aeree all’interno della Russia. I droni, riflettono gli analisti, potrebbero essere un’arma fondamentale (ed economica) per contrastare gli aerei russi che colpiscono l’Ucraina con bombe plananti.
Gli attacchi
«Kiev sembra perseguire una chiara strategia per costringere l’aeronautica russa a lasciare le proprie basi a diverse centinaia di miglia dai confini dell’Ucraina. E comunque a dedicare una quantità abnorme di sistemi di difesa aerea per proteggerle», scrive Justin Bronk, ricercatore di Scienze militari in un saggio per il Royal united services institute, un think tank in materia di sicurezza con sede a Londra. Come spiega un approfondimento di Business Insider, dove basare gli aerei da combattimento è sempre un dilemma. Più sono vicini alla linea del fronte, più ordigni possono trasportare poiché inferiore è la necessità di carburante, inoltre trascorrono meno tempo volando avanti e indietro dalla base al campo di battaglia. Ma questo li espone ad attacchi di razzi e droni, come ha dimostrato di poter fare l’Ucraina nel 2022 e nel 2023 con attacchi contro aerei ed elicotteri russi a terra, molti dei quali posizionati in aeroporti prossimi al confine ucraino, sebbene altri si trovassero all’interno della Russia. Tuttavia si trattava di attacchi appositamente progettati per mettere in difficoltà il Cremlino e dimostrare che nessun luogo in Russia è al sicuro dagli affondi di Kiev. Ora invece l’Ucraina sembra attaccare sistematicamente le basi aeree con i droni, proprio come ha utilizzato i razzi guidati Himars a lungo raggio di fabbricazione americana nel 2022 per smantellare le reti logistiche e di comando della Federazione. Non sono noti i dettagli su cosa sia accaduto esattamente ai caccia stealth Su-57 nella base aerea di Akhtubinsk, nel sud della Russia, vicino alla città di Volgograd (ex Stalingrado) e a circa 370 miglia dal territorio ucraino. Le immagini pubblicate dall’intelligence ucraina all’inizio del mese sembravano mostrare un Su-57 – situato all’aperto – presumibilmente danneggiato da droni ucraini a lungo raggio, mentre un alto funzionario ha affermato che un secondo stelath potrebbe essere stato compromesso nello stesso attacco. «Non è chiaro quanti danni abbia subito il Su-57 in questione - osserva Bronk - La foto satellitare sembra suggerire che due esplosioni relativamente contenute siano avvenute entro 3-5 metri dal velivolo». L’aereo non avrebbe preso fuoco, suggerendo che il danno non sia stato catastrofico e quindi causato da droni con piccole testate. Risulta che il mezzo abbia subito danni al muso e alla coda, problema non di poco conto per un aereo fragile e ad alte prestazioni.
Guerra elettronica
«Il danno da scheggia alla sezione posteriore potrebbe essere relativamente facile da riparare con un cambio del motore e la sostituzione degli stabilizzatori orizzontali e verticali, ma quello alla sezione del muso sarebbe molto più severo», sottolinea Bronk. «Probabilmente causerebbe danni al sistema radar, al sensore di scansione e tracciamento a infrarossi e alla cabina di pilotaggio, nonché agli strumenti e ai sistemi elettronici critici per il funzionamento dell’intero velivolo». La domanda è come mai i droni non siano stati neutralizzati dalla massiccia capacità di disturbo della Russia, che ha abbattuto molti razzi guidati da gps e bombe plananti fornite dall’Occidente, disabilitando numerosi droni radiocomandati ucraini. Sfruttando gli imponenti investimenti dell’Unione Sovietica nella guerra elettronica, la Russia ha utilizzato jammer mobili e fissi per saturare le onde radio sulla la linea del fronte, lunga 600 miglia. L’attacco di Akhtubinsk suggerisce che la guerra elettronica russa ha un’ampiezza sufficiente per coprire il fronte, ma non una profondità tale da proteggere il territorio all’interno dei suoi confini. Di per sé, il recente attacco ucraino è stato soprattutto un atto simbolico: la Russia ha una dozzina di Su-57, la risposta di Mosca ai caccia stealth statunitensi F-22 e F-35, e proprio come il decantato carro armato T-14 Armata il jet si è distinto per la sua assenza dalla guerra in Ucraina. Ciò probabilmente, ipotizza Business Insider, tradisce i timori di Mosca per l’imbarazzo derivante dalla perdita di un’arma avanzata e forse la preoccupazione che le capacità di queste armi non corrispondano alla narrazione. Ciò che ha danneggiato l’Ucraina negli ultimi sei mesi, infatti, è stato l’enorme numero di bombe plananti sganciate dai vecchi jet Su-34 e Su-35. Gli stealth non sono necessari per la strategia bellica a viso aperto della Russia: annientare le difese ucraine con bombe plananti, quindi inviare la fanteria spesso scarsamente addestrata. «È un approccio rozzo e costoso - rimarca Business Insider - che tuttavia ha consentito a Mosca di conquistare porzioni di territorio». Anche con l’imminente arrivo dei caccia F-16 di fabbricazione americana, l’aeronautica ucraina probabilmente non riuscirà a respingere i jet russi che lanciano bombe plananti 50 miglia dietro le linee russe, protette dalle difese aeree a terra. «I droni per attacchi unidirezionali - è l’ipotesi - potrebbero essere la soluzione migliore».