Al Bano: «A Milano per cantare dormivo in cantiere ma a mamma dicevo "lavoro in Comune". Da cameriere mai un giorno libero in 8 mesi»
Al Bano: «A Milano per cantare dormivo in cantiere ma a mamma dicevo "lavoro in Comune". Da cameriere mai un giorno libero in 8 mesi» (foto fotogramma)
Un'infanzia in campagna e un unico, grande sogno: diventare un cantante. Al Bano, al secolo Albano Carrisi, è nato negli anni '40 a Cellino San Marco, 6mila anime in provincia di Brindisi, e mentre suo padre voleva che seguisse le sue orme da contadino, lui si è fatto guidare dalla sua passione per la musica - e la sua ossessione per Sanremo - arrivando ben oltre quel sogno di bambino.
Proprio per inseguirlo a 17 anni lasciò la scuola, l'istituto magistrale di Lecce, alla volta di Milano. «Il mio primo lavoro fu pitturare porte in un cantiere del Giambellino», racconta in una lunga intervista a Repubblica. «Io mi arrangiavo dormendo nel cantiere, fino a quando il responsabile mi disse che non potevo più farlo». Poi 8 mesi da cameriere, senza mai un giorno libero, al Ferrario in zona piazza Duomo. «I pasti erano assicurati, però, e fra stipendio e mance guadagnavo sulle 25mila lire al mese: con 10mila pagavo la pensione in cui dormivo, il resto lo mandavo a casa. Ma a mamma scrivevo che lavoravo al Comune di Milano, era orgogliosa per questo».
Poi la svolta e l'innegabile successo. Con un obiettivo sempre in testa, anche ora che ha 80 anni e un nuovo disco in lavorazione: Sanremo. «Da bambino lo aspettavo per imparare tutte le nuove canzoni. Nel 2025 vorrei esserci l’ultima volta». Magari in coppia con Checco Zalone: «Un duetto sarebbe bellissimo, dopo i suoi con Francesco De Gregori». Un pensiero va anche alla moglie Loredana Lecciso, con cui tutto procede «Benissimo, nonostante sia difficile sopportare uno come me».