Summit di pace in Svizzera, a cosa è servito? Il dialogo Russia-Ucraina, la Cina «attore maligno» e i Paesi contrari all'accordo

summit di pace in svizzera, a cosa è servito? il dialogo russia-ucraina, la cina «attore maligno» e i paesi contrari all'accordo

Summit di pace in Svizzera, a cosa è servito? Il dialogo Russia-Ucraina, la Cina «attore maligno» e i Paesi contrari all'accordo

La Carta delle Nazioni Unite, «compresi i principi del rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità di tutti gli Stati, può e servirà come base per raggiungere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina». Lo riporta il comunicato finale su un quadro per la pace in Ucraina approvato da un'ottantina su 92 Paesi partecipanti al summit di Buergenstock, nella Svizzera centrale. Il vertice di pace afferma che «il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra».

   

I Paesi che non hanno firmato

Il comunicato finale del summit sulla pace in Ucraina tenuto a Buergenstock, nella Svizzera centrale, esce con l'approvazione della grande maggioranza dei Paesi che hanno partecipato ai lavori, ma con assenze di rilievo nel cosiddetto 'Sud globale'. Non firmano il comunicato finale una dozzina di Paesi, molti dei quali 'pesanti': Armenia; Brasile (partecipava come osservatore; ha circa 215 mln di abitanti); Colombia; Città del Vaticano (osservatore); India, il Paese più popoloso del mondo; Indonesia (oltre 275 mln di abitanti), il più grande Paese musulmano del mondo; Libia; Messico (127 mln di abitanti); Arabia Saudita; Repubblica Sudafricana; Thailandia; Emirati Arabi Uniti. Lo firma, invece, la Turchia, il Paese che forse più di ogni altro ha svolto finora un ruolo di mediazione nel conflitto (con il comunicato di Istanbul della primavera del 2022, Russia e Cina andarono vicini ad un accordo, come ha documentato Foreign Affairs). La Cina, che è il secondo Paese più popoloso del pianeta dopo l'India, non ha partecipato alla conferenza. Oltre a un'ottantina di Paesi, tra cui tutti quelli dell'Ue (incluse Ungheria e Slovacchia), firmano il comunicato finale le tre istituzioni Ue (Consiglio Europeo, Commissione e Parlamento) e il Consiglio d'Europa, organizzazione non Ue con sede a Strasburgo.

 

Sicurezza nucleare

I Paesi che hanno sottoscritto il comunicato finale del summit per la pace in Ucraina di Buergenstock, in Svizzera, si impegnano a lavorare in particolare su tre aspetti della guerra in corso da oltre due anni: sicurezza nucleare, sicurezza alimentare e prigionieri, inclusi i bambini ucraini deportati. I partecipanti hanno avuto «uno scambio fruttuoso, esaustivo e costruttivo di diversi punti di vista sui percorsi verso un quadro per una pace globale, giusta e duratura, basata sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite». In particolare, «riaffermiamo il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina, all’interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale, comprese le acque territoriali, e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici come principi del diritto internazionale». Inoltre, «abbiamo una visione comune sui seguenti aspetti cruciali: in primo luogo, qualsiasi utilizzo dell'energia nucleare e degli impianti nucleari deve essere sicuro, protetto, tutelato e rispettoso dell'ambiente. Le centrali e gli impianti nucleari ucraini, inclusa la centrale nucleare di Zaporizhzhia, devono funzionare in modo sicuro e protetto sotto il pieno controllo sovrano dell'Ucraina e in linea con i principi dell'Aiea e sotto la sua supervisione. Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l’Ucraina è inammissibile».

 

Sicurezza alimentare

In secondo luogo, riporta ancora il comunicato, «la sicurezza alimentare globale dipende dalla produzione e dalla fornitura ininterrotta di prodotti alimentari. A questo proposito, sono fondamentali la navigazione commerciale libera, completa e sicura, nonché l’accesso ai porti marittimi nel Mar Nero e nel Mar d’Azov. Sono inaccettabili gli attacchi contro le navi mercantili nei porti e lungo l’intera rotta, nonché contro i porti civili e le infrastrutture portuali civili. La sicurezza alimentare non deve essere in alcun modo usata come arma. I prodotti agricoli ucraini dovrebbero essere forniti in modo sicuro e gratuito ai Paesi terzi interessati».

 

I bambini deportati

In terzo luogo, «tutti i prigionieri di guerra devono essere liberati mediante scambio. Tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente, e tutti gli altri civili ucraini detenuti illegalmente, devono essere rimpatriati in Ucraina. Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti. Abbiamo quindi deciso di intraprendere passi concreti in futuro nei settori sopra citati, con un ulteriore impegno dei rappresentanti di tutte le parti in causa».

 

La Cina

Non più partner, secondo la definizione che ancora fino a qualche tempo fa l’Occidente usava per la Cina, ma ‘attore maligno’. Nel comunicato finale del G7 di Borgo Egnazia, Pechino viene citata 28 volte e sempre in negativo: per via del suo sostegno alla «macchina bellica russa» delle «minacce che sta intensificando» nel mar della Cina meridionale, per il ruolo di «attore economico ribelle» e molto altro. Lo scrive il New York Times in un articolo nel quale sottolinea «il contrasto» con il ritratto che l’Occidente faceva di Pechino negli anni scorsi, considerata un partner nella lotta ai cambiamenti climatici, al terrorismo ed alla proliferazione nucleare. Nelle discussioni di questi giorni al G7, la Cina è stata di fatto equiparata alla Russia, l'esito forse naturale del rafforzamento della loro alleanza, della «partnership senza limiti» celebrata da Vladimir Putin e Xi Jinping.

 

Il sostegno di Pechino a Mosca

Secondo fonti dell’amministrazione americana, è proprio il sostegno di Pechino a Mosca l’elemento nuovo emerso con forza al vertice di Borgo Egnazia e quello che ha fatto cambiare l’atteggiamento anche dell’Europa. Ricorda il quotidiano che, se negli ultimi due summit si è parlato della Cina e di Xi, lo si è fatto per sottolineare il ruolo di ‘forza di moderazione’ su Putin, in particolare davanti alle minacce di uso di armi nucleari. Non è più così, come dimostrano i toni della dichiarazione finale. Secondo Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino, la Cina si sta opponendo a qualsiasi sforzo di pace in cui non possa essere l'attore centrale. «Xi, a quanto pare, non abbandonerà il suo scomodo partner russo e non si impegnerà nemmeno a parole per aiutare Kiev - ha scritto su Foreign Affairs, dando eco a quanti hanno accusato Pechino di aver usato la sua influenza per scoraggiare alcuni Paesi a partecipare alla conferenza di pace in corso in Svizzera - Invece, la Cina ha scelto un approccio più ambizioso, ma anche più rischioso. Continuerà ad aiutare Mosca e a sabotare le proposte di pace guidate dall'Occidente. Sperando poi di intervenire e di usare la sua influenza sulla Russia per portare entrambe le parti al tavolo nel tentativo di mediare un accordo duraturo».

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