Sono iniziate le riprese di Quel pazzo venerdì 2, ma i sequel dei cult hanno davvero senso?
I sequel di film o serie di successo sono un problema spinoso e questo Hollywood e le grandi case di produzione lo sanno bene da decenni. Pixar, ad esempio, in questi giorni sta vivendo un momento d'oro proprio grazie al seguito della pellicola d'animazione Inside Out, che sta piacendo molto al pubblico ma non ha convinto del tutto la critica, che infatti sostiene fosse meglio il primo film. Hanno ragione gli spettatori che stanno riempiendo le sale o gli esperti di cinema? Forse vale la regola per cui, se i sequel incassano, allora ha perfettamente senso produrne ancora, anche se non sempre successo al botteghino fa rima con qualità o con la necessità di riempire un buco narrativo. E così la domanda rimane aperta e il quesito si riapre ciclicamente, ogni volta che un vecchio cult o un film che ha avuto particolarmente successo torna in sala sotto altre forme.
Nelle scorse ore, ad esempio, Disney ha pubblicato le foto di Jamie Lee Curtis e Lindsey Lohan sul set del sequel di Quel pazzo venerdì (Freaky Friday): la news che un seguito dell'originale del 2003 sarebbe tornato al cinema è di marzo, ma le due protagoniste hanno confermato che le riprese sono iniziate e per di più con il cast originale al completo (oltre a Curtis e Lohan tornerà anche Chad Michael Murray): il film sarà al cinema nel 2025.
Per ovvie questioni anagrafiche la trama non sarà più il coming of age che era, perché Anna, l'adolescente in crisi interpretata da Lindsey Lohan nel primo film, oggi è cresciuta: ha una figlia naturale e una adottiva con la quale non sa come legare, almeno stando alla prima sinossi rilasciata da Disney. E sua madre Tess non è più il genitore di una teenager, ma una nonna e una donna matura. Nel film del 2003 le due, in una notte tempestosa, si scambiavano i corpi: Anna finiva in quello della mamma, Tess della figlia. Un espediente, questo, per raccontare in modo fantasioso e soprattutto riuscito cosa vuol dire mettersi davvero nei panni dell'altro. Quel pazzo venerdì è un piccolo cult di genere, un film per ragazzi che non invecchia mai che è diventato un fenomeno intergenerazionale: complice le piattaforme di streaming (in Italia lo si può guardare su Disney+), i ragazzi di ieri, coetanei di Anna ai tempi del primo film, possono riguardare la pellicola con i ragazzi di oggi, ovvero i loro figli, in uno scambio - tema portante del film - che funziona sempre e non fallisce mai la sua missione. Ovvero divertire e far riflettere in modo leggero tutta la famiglia.
Una foto delle protagoniste ai tempi di Quel Pazzo venerdì
Che senso ha, dunque, un sequel?
Al netto delle opportunità commerciali, a livello narrativo c'è davvero bisogno di riempire un vuoto lungo più di 20 anni? Non è solo una questione cinematografica, anche la serialità non è esente: basta pensare a And Just Like That, sequel di Sex and the City riuscito a tratti, stando alle opinioni dei fedelissimi di SATC, oppure al progetto non azzeccatissimo che, nel 2023, ha riportato al cinema un altro film cult con Lindsey Lohan, ovvero Mean Girl (questa volta sotto forma di reboot, ovvero di una versione nuova e aggiornata dell'originale). Come volevasi dimostrare, quel film non ha lasciato il segno dell'originale perché, appunto, l'originale è ancora un pilastro all'immaginario collettivo: semplicemente non può essere sostituito e forse sarebbe stato meglio non provarci neppure.
Certo ci sono casi virtuosi come House of the dragon, attualmente in streaming con la seconda stagione su HBO e SKY in Italia, che ha superato Game of Thrones di cui è spin-off in qualità, complice l'avanzamento degli effetti speciali, un budget importantissimo e l'attenzione della produzione a non ripetere gli stessi errori della prima volta. In questo caso, però, i due show nascono come progetti a sé stanti, appartenenti sì allo stesso universo ma non come estensione l'uno dell'altro. Nel caso dei sequel come quello di Quel pazzo venerdì in arrivo, invece, il secondo film non potrebbe esistere senza il primo. I confronti, i paragoni, persino l'effetto cringe nel riguardare i vecchi personaggi tornare sullo schermo ormai in versione matura sono potenzialmente assicurati. C'è solo una variabile: l'affetto che sarà in grado di stimolare in chi guarda. Alcuni film rimangono importanti per gli spettatori per decenni non tanto per la trama, ma perché si sovrappongono a un dato momento della loro vita correlato a una specifica emozione: più quella sensazione è positiva, più il ricordo e l'affetto per quella pellicola sarà vivido e duraturo. Gli adolescenti del 2003 che alla visione del film avevano ritrovato in Anna un riflesso della propria vita, oggi hanno quasi 40 anni come Lindsey Lohan: non resta che scoprire se all'arrivo in sala del sequel sarà la nostalgia a vincere, oppure la voglia di riguardare il primo film. Che per alcuni rimarrà per sempre l'unico e solo.