Aurora Ramazzotti, lo sfogo (in ritardo) contro la violenza sulle donne: «Mi terrorizza dover spiegare a Cesare perché esiste»
Aurora Ramazzotti, lo sfogo (in ritardo) contro la violenza sulle donne: «Mi terrorizza dover spiegare a Cesare perché esiste»
«Un giorno in ritardo e riassunto sempre troppo brevemente, ma tanto un giorno non basterebbe e neanche tutte le parole del mondo». Sono queste le parole che Aurora Ramazzotti ha scritto (in ritardo) a corredo di un post Instagram in cui ha espresso un suo pensiero in merito al 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne.
A pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione e il giorno dopo la giornata contro la violenza sulle donne, Aurora Ramazzotti ha scelto di condividere il suo sfogo e le sue paure con i suoi follower sul suo profilo social.
Il messaggio di Aurora Ramazzotti
«Arriveràil momento in cui Cesare mi chiederàperché esiste un giorno contro la violenza sulle donne? Lo spero così tanto, perché se avrò fatto un buon lavoro, storceràil naso davanti a qualsiasi forma di violenza, sia psicologica che fisica, dichiareràil suo disagio quando ne saràtestimone – ha scritto Aurora Ramazzotti su Instagram -. Per lui, spero, non ci saràdistinzione ma forse si domanderàperché proprio le donne? E io dovrò essere brava a spiegarglielo. Tutto questo mi terrorizza».
La figlia di Michelle Hunziker ed Eros ha aggiunto: «Non ho idea di cosa provi un maschio a sentirsi parte di qualcosa di così orribile, perché lo so (e lo sappiamo) che non si tratta di tutti. Ma penso che tutti invece siano colpiti dalla violenza di genere, anche gli uomini stessi soffrono gli stereotipi con cui si confrontano».
«Dovrò fare del mio meglio»
«Mio figlio avràdentro un mondo che è diverso dal mio e dovrò fare del mio meglio per esserci e insegnargli a sentirsi libero di provare qualsiasi emozione – ha aggiunto Aurora Ramazzotti -. Quelle belle e quelle brutte. Quelle che provengono da te e quelle che provengono da costrutti sociali che inevitabilmente fanno breccia in casa. Allontanandosi da un comportamento dichiarandolo sbagliato sia che ne sia vittima o artefice, ad esempio, o riconoscere quando c’è un disequilibrio. Ed essere sempre in ascolto. Con rispetto l’uno per l’altro ma in ascolto».
«Non ci rendiamo conto»
«Non ci rendiamo conto di quanto tutte queste cose che facciamo nel quotidiano e ci sembrano piccole eventualmente, nel tempo, creeranno dei grandi problemi – ha scritto Aurora Ramazzotti -. Per questo da qualche anno voglio ascoltare la voce dentro di me che dice quando qualcosa la sento sbagliata. Per questo siamo responsabili di un passo in più. Il senso di impotenza davanti all’ennesimo femminicidio non deve creare odio tra i sessi ma al contrario farci unire nella lotta contro qualsiasi cultura che subdolamente ci massacra tutti. Non voglio che mio figlio ci si senta colpevole di essere uomo, voglio che ci si senta fiero di poter fare lui la differenza».
Aurora Ramazzotti ha concluso: «E visto che una rivoluzione non so proprio come farla, inizierò da Cesarino. Auguratemi buona fortuna».