Wimbledon, le finali indimenticabili: da Borg a Berrettini, sperando in Sinner
M_B
Ci siamo quasi. I giardinieri hanno approntato gli ultimi ritocchi, I racattapalle sono stati catechizzati (come se ce ne fosse bisogno), insomma la macchina Wimbledon è stata tirata a lucido per l’edizione 2024. Il sorteggio già promette suggestioni e storie da raccontare, ma pronosticare I finalisti quest’anno è più complicato del solito. Certo, basta pronunciare la parola – finale – e le emozioni tornano a galla. Ricordi indelebili di grandi campioni. Per rinfrescare la memoria ne abbiamo scelte alcune, giusto per conciliare la vigilia (e si chiede venia per quelle non citate). Eccole.
1980: Bjorn Borg b. John McEnroe 1–6, 7–5, 6–3, 6–7 (16), 8–6
L'hanno definita la partita del secolo. Ci hanno fatto i film, ci avevano già scritto e riscritto libri. Borg e McEnroe erano perfetti antagonisti: il regolarista di ghiaccio da fondo campo, il focoso volleatore dall’altra parte. Neanche se li avessero inventati, avrebbero potuto fare meglio della realtà. Loro due e quelle meravigliose (e pesantissime) racchette di legno, con annesse palline bianche.
2001: Goran Ivanisevic b. Pat Rafter 6–3, 3–6, 6–3, 2–6, 9–7
La finale più pazza, quella che ha fatto gridare “wow” più volte, per il genio e la sregolatezza di Goran Ivanisevic. Che, prima del trionfo, ne aveva perse tre, di finali. E mai avrebbe pensato di vincerne una. Il nuovo millennio ha spostato l’inerzia. Contro Rafter, un attaccante, è stata una delle finali più frizzanti: soprattutto quando il pallino del gioco era in mano al croato, nel senso di essere al servizio: come fosse a un casinò, per Goran non c’erano alternative: ace, o doppio fallo. Indimenticabile.
2008: Rafael Nadal b. Roger Federer 6–4, 6–4, 6–7 (5), 6–7 (8), 9–7
Ed eccoci al “Fedal” sull’erba: tutti a dire che Nadal era solo un terraiolo ed ecco la risposta del maiorchino, per una delel finali più memorabili, che ha definitivamente certificato la rivalità dei due assorbendo l’amore di tutto il mondo tennistico, chi per l’uno e chi per l’altro.
2009: Roger Federer b. Andy Roddick 5–7, 7–6 (6), 7–6 (5), 3–6, 16–14
Dopo quella batosta, altri avrebbero faticato a riprendersi. Ma non Federer. Non sull’erba, che cura le ferite dei creativi. E, alla fine, ha dovuto arrendersi un campione di potenza come Roddick. Un americano troppo gentile, per avere quel pizzico di cinismo in più che sarebbe servito per compiere un atto sacrilego.
2019: Novak Djokovic b. Roger Federer 7–6 (5), 1–6, 7–6 (4), 4–6, 13–12 (3)
Eppure è questa la finale più incredibile, anche più di quella del 2008. Perché Federer ha 38 anni ed è il suo ultimo canto del cigno. Il Centrale di Wimbledon urla solo “Roger, Roger” e, dopo il match, Djokovic ammetterà di averlo cambiato in “Nole, Nole” per darsi la carica. Una finale durata cinque ore meno tre minuti, decisa dal nuovo format del tie-break sul 12-12 nel set finale. Il momento più incredibile? I due match point per Federer, sull’8-7 del quinto set con il servizio a disposizione. Incredibile quello che fece Djokovic, un uomo solo contro il resto del mondo.
2021: Novak Djokovic b. Matteo Berrettini 6-7 (4), 6–4, 6–4, 6–3
Questa ce la mettiamo perché ci riguarda, perché finalmente ogni italiano che ama il tennis ha potuto dire “Grazie Matteo” per la prima finale della storia con un po’ d’azzurro. Perfino con l’illusione del primo set. Poi il serbo ha preso le misure. Ma è stato bellissimo lo stesso.
2023: Carlos Alcaraz b. Novak Djokovic 1–6, 7–6 (6), 6–1, 3–6, 6–4
E qui è accaduto l’impensabile: l’uomo che ha retto il confronto con Federer e uno stadio totalmente contro, si è fatto sorprendere (per modo di dire) dal giovane spagnolo al quinto set. “Djokovic non perde mai al quinto set” era uno dei luoghi comuni prima di questa finale. Wimbledon stupisce sempre. Vediamo cosa succederà in questo 2024.