Tregua, forse oggi la risposta di Hamas. Sinwar: "Una trappola", Netanyahu: "La guerra non si ferma"
Tv israeliana: “Sinwar considera la bozza di accordo come una trappola ”
Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, considera la proposta di intesa per una tregua come “una trappola”. Lo riferisce la tv israeliana Channel 12 che cita una fonte vicina a Sinwar, secondo quanto riferisce il Times of Israel.
Secondo Sinwar, “la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie”. La fonte ha riferito a Channel 12 che Sinwar sarebbe riluttante in quanto l’accordo non garantisce la fine della guerra e afferma anche che i recenti commenti a favore dell’intesa da parte dei leader di Hamas in esilio sono privi di significato in quanto non parlano a nome del gruppo.
Media: Hamas risponderà oggi alla proposta di tregua
I leader di Hamas affermano che stanno studiando la proposta di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi avanzata dai mediatori egiziani e sperano di rispondere entro domani, riferisce Haaretz. Le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra debba essere passo integrante dell’accordo. “Molto probabilmente domani, se Dio vuole che i mediatori riceveranno una risposta”, dichiara Hamas in merito ai tempi di una risposta sulla proposta.
La Colombia rompe le relazioni diplomatiche con Israele
La Colombia rompe le relazioni diplomatiche con Israele a causa della guerra “genocida” a Gaza, ha annunciato il presidente colombiano Gustavo Petro.
Non si è fatta attendere la reazione del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che ha definito Petro “antisemita e pieno di odio”.
Al contrario, Hamas ha celebrato l’annuncio della rottura delle relazioni diplomatiche con Israele, definendola una “vittoria”.
Blinken: “Israele non attacchi Rafah, Hamas accetti l’intesa”
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in visita in Israele, ha suggerito allo Stato ebraico “altre soluzioni” piuttosto che attaccare Rafah, l’ultima cittadina nel sud della Striscia di Gaza dove ci sono un milione e mezzo di sfollati, e allo stesso tempo ha esortato Hamas ad accettare l’intesa, perché in caso contrario mostrerebbe che non gli importa nulla del destino dei palestinesi.
Hamas chiede di chiarire i termini della proposta di tregua
Hamas ha chiesto ai mediatori di Egitto e Qatar di fare chiarezza sui termini dell’ultima proposta di cessate il fuoco discussa nell’ambito dei negoziati con Israele. Lo riferisce un funzionario egiziano che ha stretti legami con i negoziati e ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato, precisando che Hamas vuole termini chiari per il ritorno incondizionato degli sfollati nel nord di Gaza e per garantire che la seconda fase dell’accordo includa il fatto di discutere del ritiro graduale e completo di tutti i soldati israeliani dall’intera Striscia di Gaza. Secondo la fonte, l’accordo attuale non spiega chi sarà autorizzato a tornare nel nord della Striscia e come questo verrà deciso.
L’accordo che si sta delineando prevede il rilascio di 33 ostaggi civili e malati detenuti da Hamas in cambio di una sospensione dei combattimenti di 6 settimane e della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane. Israele e Hamas sono molto distanti sulla questione chiave della “fine della guerra” come parte di una fase successiva dell’accordo. Hamas ha chiesto garanzie sul fatto che l’eventuale rilascio di tutti gli ostaggi porterà alla fine completa dell’assalto di Israele a Gaza, che prosegue da quasi 7 mesi, e al ritiro delle sue truppe dall’enclave devastata; Israele dal canto suo ha offerto solo una pausa prolungata, promettendo che riprenderà l’offensiva una volta terminata la prima fase dell’accordo.
Netanyahu dice no a un accordo di tregua che implichi la fine della guerra
Il premier israeliano Netanyahu ha detto al Segretario di Stato americano Blinken che non accetterà un accordo con Hamas che includa la fine della guerra. Secondo Netanyahu, se Hamas non abbassa le sue richieste non ci sarà accordo di tregua e Israele attaccherà Rafah.
Almeno 300 manifestanti arrestati alla Columbia University
Il sindaco di New York Eric Adams afferma che sono circa 300 le persone arrestate durante la repressione della polizia sulle proteste filo-palestinesi alla Columbia University e il City College.
La protesta pacifica della Columbia è stata popolata da “agitatori professionisti esterni” che vogliono seminare il caos, aveva detto Adams in una conferenza stampa. “Alcuni di questi sono volti a noi noti”, ha detto la vice capo della polizia per l’intelligence, Rebecca Weiner.
Decine di studenti arrestati durante le proteste alla Columbia University