(Getty Images – nel riquadro Carlo Selmi)
Ho 45 anni e da oltre 10 soffro di un fastidioso mal di schiena che mi risveglia al mattino, prima che suoni la sveglia, e che tratto con comuni antinfiammatori. Ho effettuato numerose visite e risonanze magnetiche, con esiti poco conclusivi. Quale potrebbe essere il mio problema e come si cura?
Risponde Carlo Selmi, responsabile Reumatologia e immunologia clinica, Istituto Humanitas, Milano ( VAI AL FORUM)
Il mal di schiena è un sintomo molto comune che colpisce almeno una volta all’anno la maggior parte degli italiani; è spesso localizzato nelle regioni cervicale e lombo-sacrale della colonna. In oltre il 90% dei casi il dolore ha caratteristiche meccaniche, ovvero peggiora con il movimento o con la stazione eretta e invece migliora con il riposo, avendo quindi un’intensità maggiore di sera rispetto al mattino. Questi casi tendono ad avere una risoluzione spontanea dopo alcuni giorni o poche settimane di uso di antinfiammatori o antidolorifici, per poi ripresentarsi dopo un periodo di relativo benessere. La causa è difficilmente identificabile, in quanto coesistono meccanismi muscolari accanto a fenomeni degenerativi della colonna e dei dischi intervertebrali, tipicamente dopo i 50 anni.
Sintomo di spondiloartrite
In una minoranza dei casi, tuttavia, il mal di schiena ha caratteristiche diverse perché insorge in giovane età, ha un andamento continuo nel tempo e soprattutto peggiora con il riposo, associandosi a una rigidità della colonna al risveglio della durata anche di alcune ore. Questo tipo di mal di schiena è definito «infiammatorio» e può essere il sintomo di presentazione di spondiloartrite, ovvero una famiglia di malattie reumatologiche croniche che, diversamente dalla più nota artrite reumatoide, può colpire anche il rachide, con fenomeni infiammatori. Oltre alle caratteristiche del sintomo, deve essere indagata l’eventuale presenza di segni come l’infiammazione di alcune parti dell’occhio (uveite), delle articolazioni (artrite), delle inserzioni dei legamenti (entesite) o della cute (psoriasi).
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Il test del gene HLA-B27
In alcuni casi è indicato valutare con un esame del sangue la presenza di un gene chiamato HLA-B27 che, sebbene non diagnostico, è presente nella maggior parte delle persone con spondiloartrite. Il riconoscimento rapido della malattia si basa anche sull’esecuzione di una radiografia e di una risonanza magnetica, soprattutto del bacino, in quanto le articolazioni sacroiliache sono spesso il punto più colpito della colonna. Oggi esistono terapie innovative che permettono un ottimo controllo dell’infiammazione e del dolore, prevenendo le deformità della colonna vertebrale che in passato si osservavano con maggior frequenza.
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