Fano, Mamme, papà, nonni e nonne: tutti in fila per ore sotto il sole per la scelta della pediatra
Mamme, papà, nonni e nonne: tutti in fila per ore sotto il sole per la scelta della pediatra
FANO - Mamme, papà, nonne e nonni poco appassionatamente in fila ieri al Palazzo di vetro. Una calca prevedibile, quella che si creata all’anagrafe degli assistiti, posta la premessa che a partire dal 1° luglio il rapporto di lavoro a tempo determinato di una pediatra di base veniva convertito a tempo indeterminato e scattava in automatico l’azzeramento degli assistiti sinora in carico alla professionista. Un migliaio le famiglie raggiunte da una lettera dell’Ast con la quale si metteva al corrente della situazione, invitando a provvedere direttamente allo sportello alla nuova registrazione.
«Come credo la quasi totalitàdegli assistiti anch’io ho scelto di dare continuitàal rapporto con il medico di fiducia» racconta Maria Lucia Careddu, una mamma che s’era anche presa la briga di consultare il sito dell’Ast, dove qualche giorno fa era comparsa l’indicazione che l’operazione avrebbe potuto essere perfezionata anche tramite mail.
L’email non garantiva
«Così alla mezzanotte ho eseguito l’invio, anche se - precisa - l’avvertenza che sarebbe stata presa in considerazione solo alla chiusura dello sportello non mi poteva rassicurare. E se a quel punto non ci fosse stato più posto? Così mi sono presentata». Al suo arrivo intorno alle 9 la scena di decine di persone in attesa fra il poco spazio all’interno, dove insiste anche la cassa, e l’area adiacente all’esterno sotto il sole cocente, con particolare sofferenza dei più anziani. «Il mio numero era il 634. L’ho ritirato e sono tornata quando mi è stato possibile e cioè intorno alle 12,30. Mi è andata bene perché non era ancora arrivato il mio turno». C’è chi nel timore di vedersi soffiare la pediatra o comunque di aspettare troppo ha infatti raggiunto la sede di via IV Novembre giàdi primissima mattina, mentre chi se l’è presa un po’ più comoda ha anzitutto corso il rischio di restare a bocca asciutta, preso atto dell’ormai cronica carenza di pediatri di base, o anche semplicemente di dover tornare l’indomani, in mancanza di informazioni chiare circa l’eventuale prolungamento dell’orario canonico che va dalle 8,30 alle 12,30.
«Nell’era del digitale certi disagi all’utenza potrebbero essere tranquillamente risparmiati» sostiene la mamma, lamentando come non sia tollerabile «costringere un genitore ad assentarsi dal lavoro per una mattinata o magari anche due oppure obbligare una nonna o un nonno a questo supplizio. Qui si parla di azienda sanitaria e come tutte le aziende dovrebbe essere organizzata secondo i principi dell’efficacia e dell’efficienza».