A Parma la disfida delle nutrie, il Comune: “Ucciderle non funziona, meglio la sterilizzazione”. Gli oppositori: “Delirio ecologista”
Benessere animale, confronto in commissione dalle adozioni dei cani alla sterilizzazione delle nutrie_hires27644061_large.jpg
Se la caccia serrata al cinghiale mette più o meno tutti i partiti d’accordo con l’obiettivo di scongiurare il proliferare dell’infezione da peste suina – fonte di grande preoccupazione per il comparto suinicolo e di produzione di salumi esportati in tutto il mondo – il contenimento delle nutrie divide la politica.
Il problema è riconosciuto da tutti: la zona nord della città – nel quartiere Colombo, in via Cremonese – è invasa da questi roditori e occorre agire anche per evitare i danni sugli argini dei corsi d’acqua scavati dalle nutrie.
Sul metodo però le posizioni sono divergenti. L’Amministrazione comunale ha ribadito nei giorni scorsi di voler puntare sulla sterilizzazione al posto degli abbattimenti, un metodo ritenuto più efficace e meno cruento. Il progetto, già in fase attuativa con un primo investimento di 70mila euro, prevede la cattura delle nutrie con le gabbie trappola e il trasferimento in un’area comunale appositamente attrezzata e recintata a prova di fuga, dotata di un laghetto di cinquemila metri quadrati, ubicata in via Watt, non lontana dal complesso Parma Retail.
L’attività è svolta di concerto con la facoltà di Veterinaria dell’università di Parma incaricata della sterilizzazione in laboratorio degli animali dietro compenso di 70 euro, come stabilito dalla convenzione. Quindi vengono liberate nel laghetto di via Watt dove vivranno dai 2 ai 3 anni come se fossero allo stato brado, senza essere alimentate né curate.
A fine giugno le 16 gabbie hanno permesso di catturare 80 nutrie, e le prime quattro sono già state sterilizzate. "Con gli abbattimenti – ha spiegato in audizione in municipio la professoressa dell’ateneo Cristina Marchetti – le nutrie non si riducono, perché scatta una specie di istinto di autoconservazione, si abbassa l’età riproduttiva e poi c’è il malcostume di chi li nutre con biscotti e carote. La sterilizzazione è un’ottima soluzione sia dal punto di vista economico che dell’impatto emotivo”. Con le risorse disponibili l’obiettivo è quindi trattare lo stesso numero di animali prima abbattuti.
Di altro avviso la Lega: “Il Comune di Parma sulle nutrie è nel pieno di un delirio ecologista che gli impedisce di risolvere il problema. Il progetto dell’area in cui rinchiuderle e sterilizzarle non è stato nemmeno concordato con la Regione e i dubbi sulla sua efficacia oltre che sulla sua economicità sono molto difficili da contestare”, dichiara il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Fabio Rainieri che ha presentato un’interrogazione alla Giunta.
“Finora sono stati catturati 80 capi di cui solo quattro sterilizzati. È evidente che il progetto sta stentando a partire e non sta risolvendo il problema. Quanto ai costi, sembrano decisamente inferiori quelli per il metodo tradizionale, perché si limiterebbero a 5 euro per capo catturato e 250 euro per lo svuotamento dei contenitori ogni 500 kg di carcasse. L’assessore regionale all’Agricoltura e alla caccia ha inoltre risposto il 13 giugno a una mia precedente interrogazione riferendo che gli uffici regionali dell’ambito di Parma e Piacenza hanno nuovamente sollecitato il Comune di Parma a risolvere il problema dell’infestazione del quartiere Colombo, dopo averlo fatto già una anno fa e che il progetto dell’area recintata non è stato concordato con gli stessi uffici”. Secondo dati forniti dall’assessorato regionale Agricoltura, agroalimentare, caccia e pesca nel 2023 nel territorio comunale di Parma sarebbero state catturate 789 nutrie.
Ancor meno per il sottile il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi poche settimane fa in Consiglio comunale: “Raccolgo l'invito del vicesindaco Lorenzo Lavagetto a partecipare al sopralluogo per quanto riguarda le nutrie solo se posso portare il mio fucile calibro 22".