Elezioni, il partito che ha perso di più è stato il M5s
Elezioni, il partito che ha perso di più è stato il M5s
Il Movimento 5 Stelle è uno (forse il principale) dei grandi sconfitti alle ultime elezioni europee. Ha ottenuto poco meno del 10 per cento a livello nazionale, pari a circa 2 milioni e 300 mila voti, meno dunque delle europee precedenti (del 2019) quando raccolse poco più del 17 per cento (circa 4.500.000 voti) e anche meno delle recenti politiche del 2022 (15,4 per cento, pari a circa 4.300.000 voti) e in misura minore anche di quanto assegnato dai sondaggi effettuati negli ultimi giorni precedenti il voto (che stimavano almeno il 13-15 per cento): un calo quindi notevole e imprevisto dalla gran parte degli osservatori.
La débacle più consistente si è verificata al Sud, vale a dire l'area territoriale solitamente invece più promettente per i pentastellati.
Determinante principale del voto – qui e altrove - è stato il flusso verso l'astensione che, come si sa, ha colpito prevalentemente le regioni meridionali: secondo i dati pubblicati da Swg il 21% di coloro che non sono andati a votare (e che, come documenta dal canto suo Euromedia hanno perlopiù preso la decisione di disertare le urne negli ultimi giorni prima della consultazione, non trovando alternative valide da votare) dichiara che, nel caso avessero partecipato alla elezione, avrebbero scelto il M5S. Insomma, gli ex elettori pentastellati si sono per lo più astenuti. E tra coloro che sono restati, significativamente, l’unica categoria professionale in cui i 5 Stelle sono maggioritari è quella dei disoccupati.
È la fine dei grillini? Non è detto
È la fine dei grillini? Non è detto: gli elettori meridionali (ancor più di quelli del resto del paese) sono molto volatili e mutano più facilmente di altri nel tempo la loro opzione. Potrebbero quindi, a certe condizioni, ripassare dall'astensione al voto. Quali sono queste condizioni? Ce lo dice la storia del movimento: il M5s è nato come forza caratterizzata dall’immagine di novità e di diversità. In altre parole, esso si presentava agli elettori come una proposta decisamente alternativa ai partiti tradizionali.
Non è la prima volta che questo accade nel nostro sistema politico: senza andare all'episodio dell'Uomo qualunque nel dopoguerra, si può ricordare che sia Bossi sia Berlusconi avevano promosso partiti che volevano rappresentare una rottura spesso polemica nei confronti delle forze politiche che in quel momento occupavano lo scenario del nostro paese, ottenendo, a suo tempo, un certo successo. I grillini hanno ripreso queste tematiche, utilizzando anche largamente ed efficacemente i nuovi strumenti tecnologici, quali la rete, giungendo, come si sa, al trionfo che si è esplicitato nel 25,5 per cento ottenuto nelle elezioni politiche del 2013.
Il M5s oggi viene visto come un partito qualunque
Successivamente, specie in occasione della partecipazione al governo, questo carattere di alterità nei confronti delle altre forze politiche si è inevitabilmente attenuato, sino quasi a scomparire, facendo spazio a caratteri spesso più populisti.
Tanto che oggi tutti i sondaggi mostrano come il Movimento 5 Stelle sia di fatto assimilato da gran parte degli elettori e da molti degli stessi votanti ad una delle tante forze presenti sullo scenario politico, con contenuti spesso legati alla sinistra, avendo perso totalmente quel carattere «né di destra né di sinistra», che era nelle sue corde fondative. Il tema principale cui l'esperienza del M5s viene oggi ricordata dagli elettori italiani è ancora il reddito di cittadinanza, ma la sua applicazione tentata a suo tempo non viene oggi considerata positivamente dalla gran parte dei cittadini.
Resta il fatto che la gran massa di astensioni alle ultime consultazioni europee (che secondo un recente sondaggio di Alessandra Ghisleri è motivata per quasi il 70% dallo «sconforto» e dalla «rabbia») mostra anche la perdurante esistenza, ancora oggi, in buona parte del nostro elettorato, della «voglia di nuovo e di diverso», che, come abbiamo sottolineato, tanto successo ebbe in passato.
Può essere che un'altra forza politica faccia propri questi contenuti, ma può essere anche che li riprenda proprio il M5s, come auspica (lo documenta bene Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera del 20 giugno) una buona parte degli iscritti. È questa, forse, l’unica possibilità per il M5s di sopravvivere a se stesso e al suo declino.
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