Tennis, Raffaele Barba irrompe nel circuito Open e conquista Ottaviano

tennis, raffaele barba irrompe nel circuito open e conquista ottaviano

Raffaele Barba

La prima volta non si scorda mai. Lo pensano in tanti e nel tennis questo adagio vale molto di più. Semplicemente perché dietro una vittoria o alla base di una grande prestazione ci sono sacrifici immensi. Ed equilibri mentali che vanno cementati, pallina dopo pallina, colpo dopo colpo: partita dopo partita.

Raffaele Barba, ragazzo classe 2004 di Torre del Greco, con classifica nazionale 2.5, è uno di quelli che strappa l’occhio agli esteti del bel gesto. Perché per lui il tennis è da sempre stata questione di stile, di movenze educate, di maniacale attenzione per l’impatto che ha da essere pulito innanzitutto, quindi potente e preciso. Chi ha giocato un pochino da agonista sa bene che tanto rigore non è garanzia di successi.

Che la vittoria, anche quella va educata, cercata sgomitando tra prestazioni poco esaltanti e sconfitte brucianti. In attesa che arrivi il momento, quello giusto per alzare le braccia ed esultare con i complimenti dell’avversario. Ebbene, Barba il predestinato, giovanissimo portacolori in serie A anche del New Tennis di Torre del Greco, per intenderci la stessa squadra che fino a qualche anno fa era stata del professionista Raul Brancaccio, la sua altalena emotiva l’ha vissuta eccome. Tra sconforto e gioie fugaci, senza per questo mai abbandonare l’idea di poter diventare un giocatore. Dopo il lungo e proficuo apprendistato al Poseidon, il 2024 di Lele si è aperto con la svolta sulla quale il ragazzo e la sua famiglia hanno scommesso senza esitare.

Il nuovo staff sul quale ha puntato è guidato dal maestro Alessio Concilio, che sui campi del Tennis Rago a Trecase ha messo su un gruppo motivatissimo e feroce per quanto forte insegue i risultati. Avvalendosi anche della professionalità del preparatore atletico Alfonso Graziano, Barba ha preso a disegnare sui campi traiettorie sempre più precise, miscelando potenza e rapidità come mai prima gli era accaduto. L’inizio di stagione è stato teso e un pizzico contratto, con qualche sconfitta di troppo. Poi i risultati sono incominciati ad arrivare, già dalla serie C disputata in terra pugliese con i colori dello Sporting San Severo. Fino al mese di giugno, impreziosito dalla prima vittoria nel circuito Open ad Ottaviano.

«E pensare che quel torneo non avrei neppure dovuto giocarlo – racconta Raffaele Barba – ma dal momento che ero arrivato in semifinale a Foggia, mi sono detto che era magari giusto aggiungere altre partite. Sai bene che nel tennis spesso le cose accadono così, quando neanche te lo aspetti. E credo di aver meritato la vittoria tra gli amici di Ottaviano perché era da mesi che stavo esprimendo un buon tennis».

In rapida successione Barba ha infilato il 2.6 Matteo Giordano e il 2.7 Filippo Sbriglia, entrambi portacolori del Tennis Club Vomero, prima di regolare il pari classifica Ciro Peluso con il punteggio di 6/3 6/2.

«Il fatto stesso di non aver concesso neppure un set ad avversari così ostici – continua Barba – avvalora la settimana di Ottaviano. Giordano non è mai facile da affrontare, Sbriglia stava giocando un gran tennis e Ciro Peluso è da sempre bestia nera perché fa giocare molto male i dirimpettai con le caratteristiche che ha. Non c’è che dire, è stata la settimana perfetta, quella che inseguivo da tempo».

Il riverbero è stato fortissimo dal momento che la settimana successiva, all’Open di Giffoni Barba ha regolato Filippo Russo (2.8) e di nuovo Peluso prima di arrendersi in finale al più esperto compagno di allenamenti Giovanni Cozzolino (2.5 ed ex 2.2 del ranking italiano) con il punteggio di 7/6 6/3.

«Non mi monto la testa – conclude Barba – so fin troppo bene quanto alterni siano i momenti del tennis e quanto lavoro ci voglia per stabilizzarsi a livelli più o meno alti. Ora sono alle prese con gli esami universitari, subito dopo riprenderò a giocare tornei, sotto la supervisione di Alessio Concilio. Magari anche qualche Itf perché sarebbe bellissimo chiudere l’anni con il primo punto in classifica mondiale».

Sognare non costa niente. Anzi, il corallino Lele Barba ha scoperto quanto sia bello farlo mettendoci tutto, ogni stilla di sudore nell’impegno che, già quello, vale il più ambito dei trofei.

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