“Così in una scatola nella casa romana di Bertolucci ho ritrovato la pellicola del suo primo film”
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Un tesoro ritrovato: a Casarola, nello spazio di un anfiteatro naturale dischiuso sul fianco della casa in pietra dei Bertolucci, Valentina Ricciardelli, presidente della Fondazione Bernardo Bertolucci, cugina di Bernardo e sensibile custode del suo lascito, in occasione dell’appuntamento letterario Una terra per viverci che si è tenuto domenica 30 giugno, ha raccontato di un ritrovamento che rivela Bernardo nel ruolo di precocissimo regista: La morte del maiale, 6 minuti e mezzo di pellicola girata da Bernardo a soli 15 anni che lo stesso regista premio Oscar credeva essere andato perduto per sempre.
Esploratrice di quella vera e propria miniera che era la casa romana di via della Longara, Ricciardelli ha sondato per un anno e mezzo “ogni foglio, ogni libro, ogni fotografia”. Improvvisamente, nel luglio dell’anno scorso “in un armadio ho trovato una scatola di Harrods che conteneva dei filmini 16 mm che immediatamente mi hanno fatto sussultare”.
I 16 mm ritrovati sono stati subito consegnati da Ricciardelli alla Cineteca di Bologna. La speranza era quella di trovare filmati inediti, girati magari da Bernardo il quale fece i suoi primi due corti – La teleferica e La morte del maiale – a soli 15 anni.
Prima di lasciare la parola ai tre relatori d’eccezione – Paolo Lagazzi, Fabien Gerard e Piero Spila, Ricciardelli ha raccontato del prezioso ritrovamento.
“Pochi giorni fa, proprio a ridosso del Festival Cinema Ritrovato dedicato alla presentazione dell’Archivio Bertolucci, la scoperta: uno dei 16 mm racchiusi nella scatola si è rivelato essere La morte del maiale, girato da Bernardo nel ‘56”. A distanza di quasi settant’anni, “abbiamo ritrovato questa perla che solo pochissime persone avevano visto: tra queste, il critico cinematografico Adriano Aprà che aveva assistito alla proiezione de La teleferica e de La morte del maiale insieme a Bernardo a casa di Cesare Zavattini”.
Dopo quella visione, “Aprà aveva commentato che La teleferica non gli era piaciuta perché conteneva troppe inquadrature dal basso mentre La morte del maiale gli era apparso come un piccolo gioiello”.
In questo corto “c’è già tutto Bernardo: troviamo i suoi movimenti di macchina, la sua attenzione ai particolari, al lavoro dei norcini, ai tabarri che devono indossare e ai loro arnesi. Tante, poi, le tracce tematiche che Bernardo ha riproposto in molti suoi film: come in Novecento, dove Olmo uccide il maiale davanti allo sguardo di alcuni bambini, e poi la ripresa sublimata ne Il conformista nella scena in cui Dominique Sanda, rincorsa dai killer, viene pugnalata nella neve che si macchia del suo sangue”.
In diverse interviste, lo stesso Bernardo rintracciava la matrice visiva di quella scena proprio nella visione, a 15 anni, della “inaspettata fuga del maiale che, disorientato, perdeva sangue nell’aia di Baccanelli ricoperta di neve”.
“Una perla ritrovata – conclude Ricciradelli – che è un grande inizio per capire Bernardo al punto che Luca Guadagnino, che sta preparando un documentario su Bernardo, userà proprio questo breve corto per il suo film”.
Inoltre, dalla scatola di Harrods è emerso anche “tutto il backstage girato da Clare su Novecento, capolavoro di cui era aiuto-regia: anche questo un tesoro in 45 bobine tutto da scoprire”.
Lucia De Ioanna