Francia, il voto visto dai mercati
SIPA.01164728000001.jpg
Benvenuti su Outlook, la newsletter di Repubblica che analizza l'economia, la finanza, i mercati internazionali.
Quello che so sui mercati finanziari e l’economia l’ho imparato lavorando per una delle principali Sim di Piazza Affari, le società che comprano e vendono i titoli in Borsa per i grandi investitori. L’ho portato con me quando sono diventato giornalista di Repubblica dove, tra le altre cose, mi sono occupato di inchieste e grandi scandali come quello di Parmalat, contribuendo a smascherare i suoi bilanci falsi.Ogni mercoledì parleremo di società quotate e no, di personaggi, istituzioni, di scandali e inchieste legate a questo mondo. Se volete scrivermi, la mia mail è [email protected].
Buona lettura
Walter Galbiati, vicedirettore di Repubblica
Il primo turno lo ha vinto Marine Le Pen. Sulle 577 circoscrizioni in palio, i suoi candidati sono apparsi avanti in 296 seggi, ovvero al di sopra dei 289 necessarie per avere la maggioranza in Parlamento.
Come funziona la legge elettorale francese. Ma si tratta solo di un primo passo, perché la legge francese prevede che un candidato venga eletto al primo turno solo se ottiene la maggioranza assoluta (51%) incassando più del 25% dei consensi degli elettori registrati al seggio.
Chi ce l’ha fatta. Questo risultato lo hanno raggiunto solo 37 candidati di Rassemblement National (RN), compresa la Le Pen, 34 della formazione di sinistra Noveau Front Populaire (NFP) e solo due della lista Ensemble di Macron.
Il ballottaggio. Con questi numeri, i giochi si faranno al secondo turno in programma il prossimo 7 luglio dove possono entrare in gioco le alleanze. Macron ha invocato un’unione democratica contro l’ultra-destra e Jean-Luc Mélenchon, leader dell’NFP, ha dichiarato che non presenterà i propri candidati nelle circoscrizione in cui sono arrivato terzi per tentare di bloccare la vittoria di RN.
I tre scenari possibili. Ciò vuol dire che al secondo turno potrebbe succedere di tutto, con tre scenari possibili. Potrebbe accadere che 1) uno dei due schieramenti che al primo turno ha preso più preferenze, o Rassemblement National (29,3%) o Nouveau Front Populaire (28%), ottengano una maggioranza assoluta, quindi con ampi poteri legislativi, ma condizionati da una coabitazione con il presidente Macron; 2) che sempre uno dei due schieramenti, RN o NFP, provi a fondare un esecutivo di minoranza con poteri legislativi limitati; 3) oppure che si formi un governo di coalizione, tra Ensemble e NFP, che tuttavia potrebbe portare a uno stallo politico su molte decisioni esecutive.
Il peso dei conti pubblici. A seconda dell’assetto che prenderà il Paese saremo di fronte a scelte economiche profondamente diverse per l’impatto che avranno sui conti dello Stato e di conseguenza sui mercati. Anche perché la Francia si trova sotto procedura di infrazione da parte della Commissione Ue per aver sforato i limiti fissati per il deficit, tanto che di recente è stata declassata dall’agenzia di rating S&P che ha tagliato il giudizio sul Paese da 'AA' a 'AA-' per la prima volta dal 2013, a causa proprio del deterioramento della posizione fiscale.
I programmi economici dei tre partiti politici. La Fondazione Ifrap in uno studio confezionato per il giornale francese Figarò Magazine ha provato a calcolare l’impatto sul bilancio francese da qui al 2027 dei programmi politici dei tre schieramenti in campo.
1) Rassemblement National. Se andasse al potere Le Pen, i 20,5 miliardi di euro di tagli fiscali annunciati dal suo partito, combinati con gli 8 miliardi di euro di risparmi di spesa, creerebbero un deficit aggiuntivo di almeno 14,5 miliardi di euro all'anno (0,5% del Pil). E tra le righe delprogramma, non si legge nessun messaggio urgente sulla necessità di risanare i conti.
2) Noveau Front Populaire. Con Mélenchon, il deficit pubblico aumenterebbe di quasi 160,4 miliardi di euro all'anno (5,7% del Pil), una spesa sostenuta soprattutto dal ritorno del pensionamento a 60 anni per chi ha 40 anni di contributi (costo 50 miliardi), dall’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, la cui indicizzazione è stata congelata (20 miliardi), dall’aumento delle pensioni minime e dei salari minimi (24 miliardi).
3) Ensemble. L'attuale maggioranza non ha osato fare alcuna proposta, oltre a quelle già presenti nella traiettoria di bilancio disegnata ora per la Francia. Di conseguenza avremmo un deficit di 4 miliardi di euro in meno entro il 2027 (0,1% del Pil).
L’Unione europea. Le proposte di aumento della spesa da parte di RN e di NFP, a differenza della linea comunque difficile da sostenree di Macron, potrebbero scontrarsi con le regole fiscali dell'Unione europea che con l’avvio della procedura chiede ai Paesi di ridurre il deficit dello 0,5% l’anno (14,5 miliardi). Ma non non lasciano pensare, come si era paventato nel 2017 in occasione delle presidenziali uno scenario di “Frexit”, ovvero di uscita dall’Europa della Francia.
Come in Italia col governo giallo verde. La situazione è più simile a quanto accaduto in Italia nel 2018, quando si creò una situazione di contrasto alla Ue con la formazione di un governo basato sull‘alleanza di due formazioni euroscettiche come il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini, che spinsero lo spread tra i Btp e Bund tedeschi oltre i 300 punti base.
La reazione dei mercati francesi. Ad oggi la reazione dei mercati ha visto il differenziale di rendimento tra titoli sovrani francesi e tedeschi ampliarsi di 30 punti (spread Oat-Bund a 10 anni) e i titoli francesi sottoperformare gli altri listini, salvo poi rimbalzare dopo il primo turno.
Dal 7 giugno, gli indici francesi sono scesi del 6,5%. per le grandi capitalizzazioni (CAC 40) e del 12% per le piccole capitalizzazioni (indice MSCI Small Caps), mentre nello stesso periodo l'Euro Stoxx 50 è sceso del 3%.
Cosa attendersi in futuro? Negli scenari politici 1 e 2, ovvero nel caso in cui si formasse un governo a maggioranza assoluta (RN o NFP) che respingesse esplicitamente il Patto di Stabilità e Crescita europeo, gli analisti della banca svizzera Ubs hanno calcolato che lo spread potrebbe arrivare a un massimo di 130 punti.
Diversamente se andasse al potere l’alleanza tra centro e sinistra, che ha l'obiettivo di impedire al gruppo di Le Pen di ottenere la maggioranza al secondo turno, ci troveremmo di fronte a una situazione di impasse, ma sarebbe positivo per l’euro e porterebbe a una riduzione dello spread.
Le azioni. Quanto alle azioni francesi, scese più di altre, soprattutto in settori come le banche, le utility e i ben strumentali, Ubs pensa che il calo si possa trasformare in una opportunità di acquisto, soprattutto se Rassemblement National dovesse andare peggio del previsto.
L’Euro. Sul fronte valutario, l'euro ha sottoperformato la maggior parte delle valute dei Paesi del G10, pur resistendo meglio di quanto ci si potesse aspettare. “La chiave di questa tenuta – dice Ubs - è la forte aspettativa che la Francia non intraprenda un percorso che potrebbe portare a esiti drammatici come la Frexit, né persegua politiche economiche che potrebbero metterla in contrasto con le istituzioni e i mercati dell'UE”.