Casa-studio nel verde
Casa-studio nel verde
Nella sua abitazione l’architetto Teresa Cannarozzo fa convivere e interagire due inderogabili necessità: casa – come luogo privilegiato per leggere e ascoltare la musica – e studio – luogo di elezione per progettare nuove architetture. Con la presenza di una terrazza affollata da piante mediterranee da cui lo sguardo vaga sui tetti di Palermo.
Dopo lunga ricerca l’architetta Teresa Cannarozzo – nuovo appuntamento della rubrica Trasite! Antologia dello spazio domestico – ha identificato la casa dei suoi sogni, capace di rispondere appieno ai suoi bisogni e desideri. Ultimo piano di un palazzo storico, questa casa-studio è corredata da una terrazza carica di quel verde mediterraneo che solo la Sicilia sa regalare
Casa-studio nel verde
La mia casa si trova all’ultimo piano di un palazzo storico, Palazzo Larderia, ubicato in corso Vittorio Emanuele n. 188, all’altezza dello storico mercato della Vucciria. Si tratta di una sopraelevazione degli anni ’70 che ho comprato così come l’ho trovata.
Molto tempo è trascorso da quando Virginia Woolf scriveva Una stanza tutta per sé nel 1929, rivendicando uno spazio minimo indispensabile per il suo lavoro intellettuale. Nel terzo millennio alle donne è consentito aspirare a una casa tutta per sé, superando il minimo storico invocato dalla Woolf.
Tutte le case precedenti che ho abitato in affitto, dovevano avere un requisito fondamentale e uno secondario.
Il requisito fondamentale consisteva nella possibilità di utilizzare parte della casa come studio professionale o comunque connesso alla mia attività universitaria. Il requisito secondario consisteva nella disponibilità di balconi o terrazze per impiantare sistemazioni a verde tipicamente palermitane: gelsomino, pomelie e altro.
Queste mie inderogabili necessità mi imponevano di cercare abitazioni molto ampie e quindi molto costose e mi hanno impedito per molto tempo di acquistare un appartamento.
Quest’ultima abitazione invece rispondeva perfettamente a questi requisiti. C’è infatti un terrazzo, anche se non molto grande, che ho riempito di verde: una piccola chiostrina che ho reso verdeggiante con una felce che ha 55 anni, l’età di mio figlio Manfredi Leone, a cui ho aggiunto man mano alcune piante d’appartamento. Inoltre quasi metà dell’appartamento è adibito a studio professionale, spazio dove da tempo sono scomparsi i tecnigrafi per fare posto a tecnologie di disegno digitale.
La casa ha una grande camera da letto con bagno annesso, una camera da pranzo, un salotto studio con la mia scrivania, un unico ambiente molto luminoso che si apre sul terrazzo.
Dalla mia scrivania si guardano i tetti e il cielo come nella Bohème, con la differenza che non siamo a Parigi, ma nell’altrettanto, seppure diversamente, affascinante città di Palermo.
Naturalmente l’appartamento prevede una cucina, anche se non particolarmente grande, con anticucina, e una serie di locali di servizio che ospitano la lavanderia e più bagni. Nella casa ho trovato anche un camerino blindato che ho adibito a cabina armadio, un’affollata cabina armadio che avrebbe bisogno di una severa sfoltitura di capi di vestiario, ma che non riesco ad attuare per motivi di affezione.
Passo molto tempo a leggere, anzi a rileggere i classici che adoro, come i romanzi russi, e talvolta scrivo qualche articolo per Repubblica Palermo. Ciò che spiega la presenza delle librerie ricolme di volumi che arredano un po’ tutte le stanze.
Oltre che dalla lettura, la mia vita è scandita dall’ascolto della musica sinfonica, lirica e concertistica.
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Teresa Cannarozzo è architetto e già professore ordinario di Urbanistica presso l’Università di Palermo, dove ha ricoperto anche il ruolo di Direttore del Dipartimento Città e Territorio. Ha svolto attività di ricerca e attività professionale nel campo della progettazione urbanistica, della riqualificazione urbana e del recupero dei centri storici.
Ha scritto articoli, saggi e monografie sui temi sopra citati e collaborato con studi di progettazione nazionali ed internazionali .
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