“Dammi 2 euro”. Poi il raid della gang. Gli assalti alle fermate di bus e metrò. Nel mirino gli studenti della Bicocca
Una scia di rapine nel giro di pochi giorni. Anzi, di pochi minuti: quattro soltanto tra le 14.15 e le 14.50 del 28 novembre. Tutte con lo stesso modus operandi. Tutte a far leva sulla forza del gruppo. Tutte alle fermate dei mezzi pubblici. Una serialità così allarmante da spingere alcuni residenti a tappezzare i muri del quartiere alla fine del 2023 per mettere in guardia passanti e frequentatori della zona dalle possibili scorribande violente della gang. Gli agenti dell’Investigativa del commissariato Greco-Turro hanno messo in fila quegli episodi e hanno capito che dietro c’era un unico gruppo, formato da adolescenti arrivati in Italia senza genitori e avviati a un percorso da baby delinquenti che si spera questo blitz abbia interrotto una volta per tutte.
A valle di un’indagine-lampo, che però affonda le radici in un lavoro di mappatura e contrasto dei reati che ha richiesto mesi di accertamenti e che già lo scorso anno ha portato risultati, ieri mattina gli agenti di via Perotti, coordinati dalla dirigente Anna Laruccia, hanno chiuso il cerchio, arrestando cinque dei sei presunti responsabili di sette raid andati in scena tra il 27 novembre e il primo dicembre in zona Bicocca, quasi tutti ai danni di studenti dell’omonimo ateneo: si tratta di sedicenni e diciassettenni di origini egiziane e tunisine, alcuni dei quali ospiti della comunità per under 18 non accompagnati “Casa Testi”. Due di loro erano già stati fermati qualche mese fa, per poi essere ricollocati dopo un rapido passaggio al Beccaria in due strutture per minori di Brescia e Ospitaletto: lì è stata notificata loro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale per i minorenni. Un altro adolescente era già in carcere al minorile Nisida di Napoli, mentre un altro ancora si era nel frattempo spostato in un’altra comunità in zona Calvairate; il quinto, infine, era recluso al Beccaria per altri reati. I sei agivano sempre insieme: in un caso, hanno approcciato la vittima con la classica scusa della richiesta di soldi (“Dammi 2 euro”); in altre occasioni, si sono semplicemente avvicinati in branco e hanno circondato il malcapitato di turno per strappargli il cellulare di ultima generazione o gli auricolari, minacciandolo con coltelli o cocci di vetro. Chi reagiva rischiava grosso: un ragazzo è stato colpito da una bottigliata in testa che gli è costata una ferita con prognosi di 20 giorni. È stato anche grazie alla meticolosità nella stesura delle denunce che gli investigatori di Greco-Turro sono riusciti a risalire ai componenti della banda, che avrebbero colpito alla fermata sotterranea del tram 7 Arcimboldi-Ateneo Nuovo, alla stazione Bicocca del metrò 5, alla fermata di piazzale Egeo dell’autobus Atm 52 e sul tram 31.
Decisive, come spesso capita, si sono rivelate le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza (a cominciare da quella in metrò che ha ripreso un agguato vicino alle macchinette per i biglietti); così come determinante è stato il monitoraggio dei social dei sospettati, che è servito ai poliziotti per trovare corrispondenze tra gli abiti descritti dai rapinati e quelli sfoggiati nelle foto postate sui rispettivi profili. Nell’ultimo anno, fanno sapere dalla Questura, gli agenti del commissariato di zona hanno effettuato a “Casa Testi” due perquisizioni ed eseguito un arresto in flagranza, quattro fermi di indiziato di delitto, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e tre misure di collocamento in comunità.
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