Roma-Inter, Inzaghi e Acerbi patteggiano: multa in arrivo per entrambi
Simone Inzaghi e Francesco Acerbi hanno deciso di patteggiare dopo che la Procura Figc aveva aperto un fascicolo al termine di Roma-Inter, vinta dai nerazzurri 4-2.
L’allenatore, squalificato in quella partita, era finito nel mirino per una telefonata alla squadra effettuata nell’intervallo, mentre il difensore era stato pizzicato dalle telecamere a fare il dito medio ai tifosi giallorossi, dopo aver realizzato il gol del vantaggio. Secondo la Gazzetta dello Sport, Inzaghi pagherà 3.500 euro e altrettanti l’Inter. Intesa confermata, viste le ammissioni fatte davanti al procuratore federale Chiné, per l’ex centrale della Lazio: 5mila euro di multa a lui e all’Inter per il brutto gesto.
Cosa era successo
Partiamo da Inzaghi, che aveva vissuto dalla tribuna il match dell’Olimpico a causa di una squalifica. Dopo che la squadra di De Rossi aveva rimontato l’iniziale svantaggio e, vedendo l’Inter sottotono rispetto al solito, il tecnico nerazzurro ha comunicato con i suoi ragazzi tramite il vivavoce del telefono di un suo collaboratore.
Questo tipo di comportamento è vietato dal regolamento per un allenatore squalificato e così la Procura Figc aveva avviato un indagine dopo la rivelazione fatta, in maniera ingenua, da Alessandro Bastoni nel post-partita. “Nello spogliatoio ci ha chiamato Inzaghi e in vivavoce ci ha detto di tornare a essere noi: così abbiamo fatto nel secondo tempo” le parole del difensore nel post partita.
Il vice Massimiliano Farris aveva provato a metterci una pezza (“C’è stata una comunicazione tra il mister che era carico e il tramite siamo stati noi dello staff. Sono cose che sapevano anche loro”), ma la Procura ha voluto vederci chiaro, aprendo un procedimento. A quel punto Inzaghi ha deciso di intraprendere la strada del patteggiamento su consigliato dai legali dell’Inter.
Diverso invece il caso di Acerbi, protagonista di un gesto, passato quasi inosservato e sfuggito all’arbitro, ben poco sportivo proprio dopo la sua rete, che aveva sbloccato il match nel primo tempo. Il difensore, preso di mira per il suo passato laziale, aveva mostrato il dito medio alla tifoseria giallorossa.
Secondo la versione del diretto interessato, aveva risposto in quel modo tanto crudo quanto plateale agli insulti che gli arrivavano dalla Tribuna Montemario. “Devi morire!”, si era levato il grido dagli spalti, facendo anche riferimento ai trascorsi della sua malattia (è guarito da un tumore) durante il check del Var sul gol segnato dall’interista.
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