Un trono di rami intrecciati, ricami dark e fiori rossi: Angelina Mango regina "total"
Angelina Mango
Le spine non sono su una corona, come recita un verso de La noia, ma su un trono di rami intrecciati e sui ricami che decorano una tuta color carne sovrastata da un bustier bordeaux: un assaggio di look, scenografia e coreografia che spunta dai video delle prove dell’Eurovision Song Contest postati da Angelina Mango sui suoi profili social. Video in cui lei, attorniata da ballerine con abiti abbinati, risplende come una regina. “Total”, verrebbe da dire rubando un’altra parola alla sua canzone.
Il “dresscode” della festa è a cura di Marco De Vincenzo, Etro, la stessa mano di Sanremo, che aggiunge per Malmo sfumature dark riscaldate da tocchi di rosso cupo. Per la coreografia Angelina si è affidata al coreografo greco-turco di fama mondiale Mecnun Giasar, in arte Majnoon, al fianco di Madonna, BTS e Rosalia: “L’ho scelto perché mette il 100% in tutto quello che fa, è estremamente professionale e gentile. Al di là del risultato è stato un onore lavorare con lui, spero di esserne all’altezza”, ha detto.
Il post su Instagram ha totalizzato oltre 50 mila visualizzazioni in poche ore e i commenti eleggono Angelina Mango a nuova icona anche oltre i nostri confini. “Ti voto da Malta”, scrive un lettore. “Io dalla Spagna”, risponde un altro.
Fresca, spontanea e con una grande voce, la rappresentante italiana piace anche ai bookmaker, che ipotizzano un probabile podio on l’incognita delle grandi favorite: la Croazia, che, con la vittoria di Baby Lasagna potrebbe conquistare il suo primo Eurovision, la Svizzera rappresentata dal rapper Nemo che porterà sul palco la sua ”The Code”, un brano che appare già come un manifesto LGBTQ+ che inneggia alla libertà e all’inclusione a ritmo di rap, drum’n’bass e opera, e l’Ucraina, con ”Teresa & Maria” di alyona alyona & Jerry Heil, a caccia del poker, dopo aver già trionfato in tre occasioni: nel 2004 con ”Wild Dances” di Ruslana; nel 2016 con ”1944” di Jamala e nel 2022 con ”Stefania” della Kalush Orchestra.
La vittoria di Angelina – “non succede, ma se succede”, per usare il motto del commentatore Gabriele Corsi – rappresenterebbe il quarto successo per il nostro Paese: oltre alla vittoria dei Måneskin, nel 2021, non vanno dimenticati i trionfi di Gigliola Cinquetti, nel 1964, con ”Non ho l’età” e quello di Toto Cutugno nel 1992 con ”Insieme”.