TURIN, ITALY – NOVEMBER 19: Novak Djokovic (L) of Serbia and Jannik Sinner of Italy react following the Men’s Singles Finals between Jannik Sinner of Italy and Novak Djokovic of Serbia on day eight of the Nitto ATP Finals at Pala Alpitour on November 19, 2023 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
A volte si fa la storia, anche se non si vince. Sinner, 22 anni, da ieri è nella storia del tennis, pur sconfitto, nella finale di Torino, da Novak Djokovic, 36 anni, 7 volte campione del “torneo dei maestri”. Il serbo ha dominato la stagione con la vittoria di tre prove dello Slam e tornando numero 1 della classifica mondiale. Grazie a Jannik Sinner, il tennis italiano non solo è tornato in tutte le case, ma ora è, ufficialmente, rinato. Qui non si tratta più di sogni – foto | video
ALTRO CHE BISCOTTO – Da sottolineare che il giovane altoatesino, battendo Rune, ha consentito a Djokovic di qualificarsi alle semifinali, zittendo chi presagiva un “biscotto” per eliminare il campione serbo. Una manifestazione di correttezza, pochi mesi dopo la brutta vicenda di alcuni coetanei di Jannik, giovani e ricchi calciatori, che hanno inquinato lo sport, con le scommesse clandestine.
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MAI NESSUNO PRIMA DI LUI – Nessun azzurro, prima del finalista di Torino, aveva battuto quattro top ten in fila: il 22nne altoatesino l’ha fatto proprio nel torneo più importante, dopo gli Slam, quello che riunisce gli otto più forti della stagione. A livello di vittorie contro i top ten, Sinner è a quota 21, di cui 12 solo nel 2023, anno molto positivo, per il numero 4 della classifica mondiale, ben 8 dall’ATP 500 di Pechino in poi.
O TRIONFO O IMPARO – «Sono soddisfatto di essermi misurato con i “maestri” – ha detto il finalista di Torino – Ho giocato le partite importanti, vincendone 4, quelle nelle quali trionfo o imparo, quelle per cui mi alleno tutti i giorni, consapevole di dover migliorare il livello del mio gioco. E adoro, come a Torino, giocare sotto pressione, con il sostegno del pubblico. Dopo gli allenamenti, mi chiedo: ho fatto abbastanza? Potevo sforzarmi di più? La mia mentalità è questa, anche quando arrivo, a sera, schiantato dalla stanchezza».
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ORA LA DAVIS – Perché non è riuscito il bis con Novak? «Potero spingere di più, ma non sentivo la palla come volevo. In qualche modo, mi sono adattato. Lui ha servito molto bene per un set e mezzo. Alla fine, si parla di pochi punti, che hanno fatto la differenza». E di una chiamata errata di un giudice nel secondo set. Dopo le polemiche di settembre sul forfait a Bologna, Jan si è reso disponibile per giocare, a Malaga, le finali di Coppa Davis (già in campo giovedì contro l’Olanda), ma precisa: «Sia chiaro: se vedrò difetti nel mio tennis, farò, sempre, la scelta di migliorare me stesso. Se non sei al top, se scendi di rendimento del 3 per cento, i top 10 ti sbranano. Non mi piace commettere lo stesso errore 2 volte».
RESIDENZA A MONTECARLO – Sulla residenza a Montecarlo Sinner ha spiegato che è «una scelta professionale, null’altro. Posso giocare all’aperto tutto l’anno, ci sono i top players, i campi sono sempre a disposizione. Con chi giocherei in Italia? Io devo pensare ad allenarmi nel modo migliore, se no non progredisco. Come ho fatto quest’anno: meno tornei, più lavoro in palestra».
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I COMPLIMENTI DI DJOKOVIC – Sinner ha gradito i complimenti del maestro Djokovic («sei vicino a conquistare una prova dello Slam»), ma precisa: «Il mio obiettivo non è accumulare soldi, è diventare la migliore versione di me possibile. Numero 1 del mondo? Boh, vedremo. Magari n.4 è il mio limite. Devo scoprirlo. E per farlo devo dire no a qualcosa». Graditi anche gli elogi di Goran Ivanisevic, già grande tennista, croato, e ora coach del “lupo serbo”: «Sono un grande fan di Jannik. Ha migliorato il servizio, il gioco a rete. Sta facendo un grande lavoro con il suo team dallo scorso anno. Per me ci sono 2 tennisti, che sono 2 passi avanti agli altri: Alcaraz e Jannik, che sta recuperando terreno». Intanto Nole, con 98 tornei vinti in carriera, continua la ascesa alla graduatoria dei campioni, guidata da “mostri”, come Connors (109) e Federer (103).
Pietro Mancini
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